Sparatoria nella scuola cattolica a Minneapolis, un bimbo superstite: “Il mio amico ferito per salvarmi”

"Ero seduto poco lontano dalle finestre, ho sentito gli spari poco distante". A parlare è un bambino di 10 anni, uno dei piccoli sopravvissuti alla sparatoria avvenuta in una scuola cattolica di Minneapolis. Il killer, il 23enne armato Robin Westman, si è suicidato dopo aver aperto il fuoco nella scuola.
"Ho provato a nascondermi sotto il banco della chiesa, così come hanno fatto gli altri – ha ricordato il piccolo Weston -. Sentivo la polvere da sparo sul collo. La prima volta che ho sentito gli spari ho pensato di essermi sbagliato, poi li ho sentiti di nuovo e ho capito cosa stava succedendo".
Il bimbo ha raccontato di essersi salvato grazie all'intervento di un amichetto che gli ha fatto da scudo con il suo corpo, stendendosi su di lui. "Victor è stato colpito alla schiena, ma è stato portato in ospedale. Avevo tanta paura per lui, ma penso che ora stia bene".
Nella sparatoria sono deceduti due bimbi di 8 e 10 anni, mentre altre 17 persone sono rimaste ferite. Al momento dei fatti, la scolaresca era riunita per la messa prima delle lezioni. Gli studenti radunati erano 370 e quello di ieri, mercoledì 27 agosto, era il loro secondo giorno di scuola.

Il killer si è suicidato dopo la sparatoria, così come comunicato dalla Polizia intervenuta. Il 23enne non aveva precedenti ed era figlio di una dipendente della scuola. In alcuni video online, sempre secondo le autorità statunitensi, il 23enne parlava di togliersi la vita e di pensieri estremamente violenti. In altri filmati, il giovane leggeva una lettera di scuse ai familiari.
Il 23enne aveva sbarrato due delle porte della chiesa dall'esterno per impedire ai bambini e ai loro insegnanti la fuga. Il giovane aveva portato con sè un fucile e due pistole. Stando a quanto raccontato da alcuni testimoni, Robin Westman avrebbe colpito i bambini sul collo e alla schiena intenzionalmente.