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Sesso tra la prof 55enne e alunna minorenne: “La vedevo come una mamma, poi le avance via chat”

Le rivelazioni della ragazzina abruzzese di 16 anni messe a verbale nell’inchiesta sui presunti atti sessuali con minore a carico di una professoressa di Pescara ora sospesa. Dal racconto emerge “la confusione e le incertezze che tale condotte suscitavano” nella ragazzina inizialmente 14enne. Per il Gip la ragazza era consenziente, ma la docente ha abusato del suo potere su una minore.
A cura di Antonio Palma
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Immagine di archivio
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"Inizialmente ho pensato che per lei fossi come una figlia, perché ci sta che una mamma ti chiami amore, tesoro" ma poi le avance sarebbero continuate fino a sfociate in un rapporto sessuale tra l'alunna minorenne e la professoressa 55enne. È il racconto fatto agli inquirenti dalla ragazzina abruzzese, ora 16enne, che ha portato al provvedimento di sospensione di un anno per una docente di Pescara ora accusata di atti sessuali su una sua alunna.

"La professoressa mi piaceva tanto come persona, ma nel senso che la vedevo come punto di riferimento. Nel senso di amicizia, non era mia intenzione fare altro" ha rivelato la ragazza come emerge negli atti dell'inchiesta della Procura di Pescara riportati dal Messaggero. Nel suo racconto la ragazzina ha confermato che non vi sarebbe mai stata costrizione, rivelando però di un rapporto andato avanti per ben due anni in cui lei pensava a qualcosa di innocente e senza fini sessuali.

Poi, però, la prof ha iniziato a cambiare tono nelle chat WhatsApp in cui si scambiavano messaggi teneri. "Mi diceva ‘quanto sei bona' ma io pensavo che fosse per ridere. E pure io glielo dicevo, anche perché lei è davvero una bella donna. Ovviamente io mica potevo andarle a chiedere: ‘Ma tu mica ci stai provando con me?', perché è veramente imbarazzante come cosa" ha ricostruito la ragazzina che ora si è trasferita in un nuova scuola.

Dal racconto emerge "la confusione e le incertezze che tale condotte suscitavano" nella ragazzina, inizialmente 14enne. Condotte che poi sarebbero sfociate in baci, accarezzamenti e regali, e infine in un rapporto sessuale  che si sarebbe consumato lo scorso anno in casa della donna. "La studentessa dice di non averla sentita come una molestia e ritiene di essere stata consenziente ma il rapporto di affidamento tra precettore e allieva vale a neutralizzare l'efficacia del consenso della minore" scrivono i giudici.

La scoperta del fatto solo quando la minore ha deciso di confidarsi con la psicologa di istituto dopo alcune presunte scenate di gelosia dell'adulta.  A questo punto l’insegnante, dopo essere venuta a conoscenza delle confidenze dell'adolescente alla psicologa, avrebbe chiesto alla minore di cancellare tutte le chat in cui si accenna alla loro relazione e che per questo ora non ci sono. Gli inquirenti hanno sequestrato il telefono per cercare di recuperare quei messaggi.

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