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Sequestro e oscuramento inchiesta di Fanpage.it, comunicato del comitato di redazione

Nella redazione napoletana di Fanpage.it è giunto un decreto del Tribunale di Roma che dispone il sequestro, mediante oscuramento, dell’inchiesta Follow The Money. Qualcosa che non ha precedenti nella storia e che riteniamo una grave violazione della libertà di stampa. Tutti i giornalisti di Fanpage.it si stringono compatti attorno ai colleghi che hanno lavorato all’inchiesta, al direttore e al condirettore.
A cura di Redazione
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AGGIORNAMENTO: La redazione di Fanpage.it accoglie con sollievo la revoca del sequestro dell’inchiesta “Follow the money”, ma quello che è accaduto in meno di 24 ore non può che preoccupare e richiede di tenere alta l’attenzione sul tema. Grazie a tutti coloro che ci hanno sostenuto, quello che è accaduto non sarebbe stato possibile altrimenti.

Questa mattina è accaduta una cosa grave nella redazione di Fanpage.it, dove è giunto un decreto del Tribunale di Roma che dispone il sequestro, mediante oscuramento, dell’inchiesta Follow The Money riguardante Claudio Durigon e i fondi della Lega. Si tratta di un lavoro nel quale i colleghi autori dell’inchiesta mostrano un video in cui l’onorevole Claudio Durigon diceva a un suo interlocutore di non preoccuparsi per l’inchiesta della procura di Genova sui 49 milioni di Euro che la Lega avrebbe sottratto allo Stato italiano, perché il generale della guardia di finanza “l’abbiamo messo noi”.

Ripetiamo, si tratta di un sequestro preventivo, una disposizione che non fa seguito ad una condanna o decisione di un giudice a margine di un processo, in cui chiunque si percepisca offeso o leso ha diritto a rivendicare le proprie ragioni, bensì l’oscuramento cautelare di un contenuto giornalistico, qualcosa che rimanda a pratiche mai utilizzate in Italia da quando essa si ritiene una democrazia.

Questo perché Fanpage.it, come un qualsiasi giornale non può essere oggetto di sequestro preventivo, eccettuati i casi tassativamente previsti dalla legge, tra i quali non è compreso il reato di diffamazione a mezzo stampa". Non lo stabiliamo di certo noi, ma la corte di Cassazione, che lo determina attraverso una sentenza depositata dalle sezioni penali.

Non si può sequestrare e oscurare un contenuto giornalistico per il reato di diffamazione, non in via preventiva, prima che la verità sia accertata. Le informazioni contenute in questa inchiesta, per le quali i giornalisti che ci hanno lavorato e il direttore della testata si sono assunti responsabilità ed hanno già ricevuto diverse diffide e querele, com’è legittimo che sia, sono ormai di dominio pubblico perché riprese da altri giornali e circolanti in rete, a dimostrazione del fatto che non esiste esigenza cautelare.

La Costituzione, all’articolo 21, sancisce “la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili”.

Tutti i giornalisti di Fanpage.it si stringono compatti attorno ai colleghi che hanno lavorato all’inchiesta Follow The Money, al direttore Francesco Cancellato e al condirettore Adriano Biondi. Chiediamo vicinanza ai colleghi delle altre testate e a chiunque, giornalista o lettore, ritenga questa professione l'elemento costitutivo di una democrazia. Quella che stiamo subendo oggi noi di Fanpage.it è, a nostro avviso, una grave violazione della libertà di stampa, un precedente pericoloso e intimidatorio che riguarda tutti.

Il comitato di redazione di Fanpage.it

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