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Sciopero della scuola il 24 e 25 settembre: rientro in classe e lezioni a rischio in tutta Italia

Uno sciopero della scuola è stato indetto per oggi, giovedì 24 settembre, e domani, venerdì 25, dalle sigle sindacali Usb P-I Scuola, Unicobas Scuola e Università, Cobas Scuola Sardegna e Cub scuola, con parola d’ordine “Curiamo la scuola”. In programma anche una manifestazione nazionale a Roma sabato 26 settembre alla quale parteciperanno Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda della scuola.
A cura di Ida Artiaco
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Nel giorno in cui la scuola riparte per altri 2 milioni di studenti italiani, appartenenti alle regioni che avevano deciso di posticipare l'inizio dell'anno scolastico 2020/2021, c'è il rischio di uno stop alle lezioni a causa di una due giorni di sciopero, oggi, giovedì 24 e domani, venerdì 25 settembre, indetti dalle sigle sindacali Usb P-I Scuola, Unicobas Scuola e Università, Cobas Scuola Sardegna e Cub scuola. Alla protesta potrebbe aderire personale dirigente, docente, Ata ed educativo. Non vi aderiscono Cgil, Cisl e Uil. Non solo. Agitazione è prevista anche per sabato 26 settembre quando è in programma dalle ore 15:30 a Piazza del Popolo a Roma una manifestazione indetta dal Comitato Priorità alla scuola alla quale parteciperanno Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda della scuola.

Perché il mondo della scuola sciopera oggi e domani

La parola d’ordine dello sciopero di oggi e domani è: "Curiamo la scuola". Manifestazioni e presidi si terranno a Roma, Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Livorno, Pisa, Catania e in altri centri italiani. "Abbiamo classi pollaio, mancanza di banchi e DPI – si legge sulla nota pubblicata sul sito di Usb -, decine di migliaia di cattedre vuote, precari in attesa, ATA insufficienti rispetto ai nuovi compiti, personale internalizzato spesso in regime di part-time perché i contratti full-time (che comunque scadranno il 31 dicembre) sono a macchia di leopardo. Il tutto senza mai avviare un vero confronto con lavoratori e studenti".

Le regioni in cui si torna oggi a scuola

Insomma, una ripartenza della scuola in salita dopo i sei mesi di stop a causa del lockdown per l'emergenza Coronavirus. Intanto, tornano a scuola oggi 2 milioni di studenti delle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, che avevano deciso di posticipare l'apertura prevista inizialmente per il 14 settembre in tutta Italia sia per difficoltà organizzative sia anche per evitare doppie sanificazioni nelle scuole sedi di seggi elettorali. All'appello mancano comunque gli istituti di alcuni comuni che hanno deciso di far slittare ulteriormente l'inizio dell'anno scolastico. A Catanzaro, ad esempio, il sindaco, Sergio Abramo, ha deciso di posticipare a lunedì 28 settembre, con un'ordinanza, l'avvio delle attività didattiche che erano previste per oggi. Anche a Reggio Calabria, nelle scuole sedi di seggio elettorale, le lezioni riprenderanno il 28. Così pure a Napoli le scuole di ogni ordine e grado che sono state sede di seggi elettorali apriranno lunedì 28 settembre e non il 24, data fissata nella Campania. L'avvio delle attività scolastiche delle scuole pubbliche di Olbia materne, elementari, medie inferiori e medie superiori è posticipato al 29 settembre per permettere il completamento dei test sierologici sul personale scolastico. Nei comuni di Andria, Trani, Adelfia e Bitonto, i sindaci hanno deciso di rinviare l'apertura dal 25 al 28 settembre.

Le criticità per gli studenti

Per coloro che sono già rientrati in classe non sono mancate le difficoltà di adattamento alle nuove rigide regole anti-Coronavirus, che ha implicato anche una vera e propria rivoluzione nelle loro abitudini. Secondo quanto emerso da un sondaggio di Skuola.net effettuato tra tremila studenti di scuole medie e superiori che hanno ripreso le lezioni il 14 settembre, 9 su 10 hanno detto addio allo scambio di penne e alla condivisione di libri, 1 su 4 non deve mai posare lo zaino in terra; vietato alzarsi dalla sedia per più di 7 su 10. Complessivamente, il 95% degli studenti dice di avere nuove regole e divieti legati al Covid. Per quanto riguarda la questione banchi, la maggioranza fa lezione in banchi monoposto “classici”, praticamente assenti all’appello quelli di nuova generazione. Il 77% denuncia assembramenti all’entrata di scuola. Infine, famiglie e trasporti in difficoltà nel garantire corse o passaggi negli orari stabiliti dagli istituti.

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