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Scieri, sul corpo del parà lesioni ‘incompatibili con la caduta’, ma il pm lo ignorò

Già all’epoca dell’autopsia di Emanuele Scieri erano visibili lesioni incompatibili con la caduta dalla torretta dei paracadute nella caserma Gamerra di Pisa, ma il pm non le ritenne compatibili con un’aggressione. È quanto ricostruito da una relazione della Mobile Fiorentina che al termine delle indagini a carico di cinque indagati dei reati di omicidio e favoreggiamento nel caso della morte di Emanuele Scieri.
A cura di Angela Marino
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Già all'epoca dell'autopsia di Emanuele Scieri erano visibili lesioni incompatibili con la caduta dalla torretta di prosciugamento dei paracadute nella caserma Gamerra di Pisa.  Lo scrive oggi il ‘Corriere Fiorentino' citando le 600 pagine della relazione della squadra mobile di Firenze al termine delle indagini a carico di cinque indagati dei reati di omicidio e favoreggiamento.

Stando a quanto riporta il quotidiano, le lesioni, tre fori causati secondo quanto ipotizzato oggi da un corpo contundente con il quale Scieri è sarebbe stato colpito. Le lesioni, stando alla relazione della Mobile, vennero ignorate e non associate a una possibile aggressione dal pm che conduceva le indagini alla procura di Pisa.

Eppure il medico legale sarebbe stato propenso a ritenere che le lesioni fossero incompatibili con la caduta così come ricostruito invece dalle indagini dell'epoca, che conclusero per suicidio. Emanuele Scieri, 26 anni, morì il 13 agosto 1999 dopo alcune ore di agonia in seguito a quella che oggi si ritiene fosse un'aggressione dei commilitoni. Scieri, infatti, venne punito per aver usato il telefono cellulare senza permesso.

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