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Salme e feti violati, come le onoranze funebri sabotavano i rivali all’ospedale di Caltagirone

Nove persone arrestate dai carabinieri a Caltagirone nell’operazione “Requiem”. Gli indagati violavano le salme nelle camere mortuarie, anche sottraendo i talloncini identificativi, in una occasione anche a un feto, sabotavano le attività delle altre ditte con continui danneggiamenti e riuscivano a monopolizzare le attività di trasporto dei degenti non deambulanti con ambulanze private.
A cura di Susanna Picone
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Sabotavano i concorrenti presidiando, anche durante la notte, le camere mortuarie dell'ospedale di Caltagirone per assicurarsi i servizi di onoranze funebri dei pazienti deceduti e il trasporto di degenti non deambulanti. Questa l'accusa contestata a nove persone destinatarie di un'ordinanza di custodia cautelare eseguita dai carabinieri del comando provinciale di Catania nel corso dell'operazione “Requiem”. Gli arrestati sono indagati, a vario titolo, di associazione per delinquere, illecita concorrenza con minaccia o violenza, violazioni di sepolcro, furti aggravati, rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio, minaccia, interruzione di un ufficio o servizio pubblico, nonché di minaccia a pubblico ufficiale e istigazione alla corruzione.

Salme e anche un feto violati

A coordinare le indagini la Procura di Caltagirone secondo cui gli indagati "si sono resi protagonisti di innumerevoli ingressi abusivi all'interno delle sale mortuarie”, avrebbero "danneggiato e distruggendo gli arredi funerari delle ditte concorrenti, distrutti i biglietti pubblicitari" e "strappato dalle salme, una volta a quella di un feto, i ‘talloncini identificativi' per rintracciare, prima degli altri concorrenti, i parenti dei defunti a cui proporsi per le onoranze funebri”.

Ospedale occupato e minacce al personale sanitario

Per l'accusa c'è stata "un'occupazione' dell'ospedale" con "minacce di morte e aggressioni, anche fisiche" del personale sanitario che, per l'emergenza Covid-19, aveva tentato di allontanarli dal pronto soccorso”  per imporre il rispetto delle norme sula prevenzione dei contagi. Le indagini hanno accertato che gli affiliati, per accaparrarsi l'esecuzione dei vari servizi funebri, avrebbero quindi organizzato continui sabotaggi nelle camere mortuarie dell'ospedale "Gravina e Santo Pietro" di Caltagirone nei confronti delle imprese concorrenti.

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