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Russia Ucraina, prezzi del gas alle stelle: “Per salvarsi l’Italia deve puntare sulle rinnovabili”

Una delle conseguenze della guerra in Ucraina è l’aumento del prezzo del gas importato dalla Russia. “L’Italia è ferma da 10 anni, l’unico modo per salvarci è facilitare l’accesso alle energie rinnovabili”, ha spiegato a Fanpage.it Gianni Silvestrini.
A cura di Chiara Ammendola
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Con lo scoppio della guerra in Ucraina, i prezzi del gas, già colpiti dai rincari di questi mesi, rischiano di aumentare vertiginosamente. Mentre il premier Draghi ha ipotizzato una riapertura delle centrali a carbone per far fronte alle esigenze energetiche del Paese, Gianni Silvestrini, esperto di energie rinnovabili, ha spiegato a Fanpage.it l'importanza di un intervento immediato da parte del governo italiano per facilitare il passaggio alle energie rinnovabili. "Putin sa che i Paesi europei saranno carbon neutral entro il 2050, questa è la sua ultima possibilità per fare cassa – le parole di Silvestrini – intanto l'Italia è ferma da 10 anni: oggi il fotovoltaico costa molto di meno rispetto a dieci anni e fa ed è incomprensibile il ritardo del nostro governo".

Cosa cambierà per i paesi Ue con l’attacco sferrato da Putin all'Ucraina?
Non penso che ci sarà una riduzione del flusso di metano ma assisteremo sicuramente a un aumento dei prezzi, questo aumento arriverà come una fiammata che però fa anche prefigurare una continuazione dei prezzi alti del metano per tutto il 2022 e magari oltre.

Di quanto potrebbero aumentare ancora i costi per gli italiani? 
Dipende cosa succede nei prossimi giorni. Ma la riflessione da fare in questo momento è una: la Russia, che ha guadagnato centinaia di miliardi negli ultimi anni con gli aumenti di gas e petrolio, sa bene che la situazione privilegiata in cui si trova oggi terminerà, visto che molti paesi europei hanno deciso di diventare carbon neutral entro il 2050. Quindi la mia impressione è che Putin sfrutti oggi il fatto che potrà esportare gas per un periodo limitato di tempo, e l'unico modo per farlo è alzare al massimo il suo vantaggio, ovvero quello di avere il gas in casa.

L'Italia cosa può fare per difendersi? 
Noi abbiamo una possibilità immediata che è quella di accelerare enormemente la quota di rinnovabili riducendo così la quota di gas che viene utilizzato. Dal 2014 a oggi abbiamo avuto un blocco delle rinnovabili: in quell'anno avevamo un 38,6% di rinnovabili elettriche rispetto ai consumi e nel 2021 questa quota è stata del 36,4%, praticamente non si è mossa. Contemporaneamente c'è un'enorme quantità di richieste di connessione alla rete ma mancano le autorizzazioni. È un problema noto e il governo a parole dice che è impegnato per la semplificazione delle autorizzazioni, ma di fatto non è così. Intanto la situazione è che, se noi volessimo, potremmo rapidamente ridurre il consumo di gas. Bisogna rivisitare la strategia del paese che è bloccata da 10 anni e che dovrebbe invocare con forza quelli che sono gli obiettivi europei.

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A proposito di Europa, ci sono paesi che giocano partite a sé, come la Francia, o anche la Germania
Quello della Francia è un caso a se stante ma se prendiamo la Germania possiamo vedere che ha raddoppiato l'obiettivo delle rinnovabili: il nuovo governo lo ha alzato a 200mila MW fotovoltaici. Le rinnovabili sono la via più breve per arrivare al risultato

Il gas russo da cui l'Italia è dipendente si può dunque sostituire?
Assolutamente sì, ma l'Italia non ha fatto abbastanza. Abbiamo fatto meno di mille MW negli ultimi anni, ma potremmo arrivare a molto di più. Oggi il fotovoltaico costa molto di meno rispetto a dieci anni e fa ed è incomprensibile, ancora di più alla luce di questi dati, il ritardo del nostro governo.

Alla luce di quanto sta accadendo in Ucraina, Cingolani ha parlato di un piano di emergenza
Il ministro Cingolani ha detto, proprio in questi giorni, che bisogna spingere le rinnovabili. A parole sono tutti d'accordo ma se ancora dobbiamo aspettare cinque anni per avere un'autorizzazione, come accade nel caso dell'eolico, è chiaro che tutto diventa difficile. È complessivamente che dobbiamo capire che abbiamo la possibilità di grandi numeri di chilowattora verdi e quindi ridurre l'utilizzo del metano che viene dalla Russia

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Il metano resta oggi per molti il combustibile meno invasivo e quello più adatto alla transizone energetica
Questo è un discorso che si poteva fare 20 anni fa, non ora. È notizia di ieri che l'Enel ha deciso che alcune centrali a carbone in suo possesso, che sarebbero state convertite a metano, punteranno invece sulle rinnovabili: ha fatto un doppio salto.

C'è una pericolo concreto per cui l'Italia rischia di restare senza energia?
La Russia sta guadagnando un mare di soldi con questi prezzi del metano, quindi no il pericolo non c'è a mio avviso. Putin ha fatto il furbo per alcune settimane ma sostanzialmente i volumi di gas li garantisce e continuerà a farlo, semplicemente perché questo significa far entrare nelle casse dello Stato enormi risorse. Quello che invece succederà probabilmente è che i prezzi continueranno a essere molto alti. L'unica possibilità che hanno paesi come Germania e Italia è puntare alle rinnovabili e all'efficienza energetica.

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