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Riina su Don Ciotti: “possiamo pure ucciderlo”

Intercettazioni nel carcere di Opera hanno evidenziato che il fondatore di “Libera” poteva trovarsi nel mirino del boss di Corleone. Da allora la scorta del parroco venne immediatamente rinforzata.
A cura di Redazione
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Don Luigi Ciotti.
Don Luigi Ciotti.

Don Ciotti somiglia a padre Puglisi e "possiamo pure ucciderlo". A pronunciare quella che sembrava a tutti gli effetti una condanna a morte fu Totò Riina nel carcere di Opera, a Milano. Il criminale di Corleone passeggiava nella sua ora d'aria con Alberto Lorusso, boss della Sacra Corona Unita, quando osservava che "questo prete è una stampa e una figura che somiglia a padre Puglisi", il parroco che venne ucciso il 15 settembre del 1997 a Palermo da un agguato mafioso. Riina poi riflette: "Ciotti, Ciotti, putissimo pure ammazzarlo".

La conversazione risale al 14 settembre 2013 ed è frutto di un'intercettazione eseguita nello stesso carcere. Qualche giorno prima gli uomini della Dia avevano ascoltato Riina riferire a Lorusso delle intimidazioni rivolte ad Antonino Di Matteo, il pm nel processo sulla trattativa Stato-Mafia. Dopo aver ascoltato in diretta le intenzioni del boss di Corleone, l'Antimafia ha disposto immediatamente di rinforzare la scorta di Don Ciotti. Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, era entrato nell'obiettivo di Riina proprio per l'attività svolta dall'associazione, l'associazione che gestisce i beni confiscati alle mafie. Il "capo dei capi" aveva infatti confessato la propria preoccupazione a Lorusso: "Sai, con tutti questi sequestri di beni…".

Don Ciotti, a commento della notizia, ha posto l'accento sul lavoro collettivo che caratterizza Libera e, in generale, qualsiasi lotta proficua contro la criminalità organizzata:

le minacce di Totò Riina dal carcere sono molto significative. Non sono infatti rivolte solo a Luigi Ciotti, ma a tutte le persone che in vent'anni di Libera si sono impegnate per la giustizia e la dignità del nostro Paese. Cittadini a tempo pieno, non a intermittenza. Solo un ‘noi' – non mi stancherò di dirlo – può opporsi alle mafie e alla corruzione.

Solidarietà è stata espressa dal Presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi, che ha osservato che "le minacce di Riina intercettate nel carcere di Opera lo scorso anno vanno prese sul serio, soprattutto per l'inquietante accostamento al martirio di don Pino Puglisi". In ogni caso, precisa ancora Bindi, al fondatore di Libera "va assicurata tutta la protezione e il sostegno necessari".

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