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Riapertura scuole, le Regioni premono per rinvio. Ma Governo e Ministero frenano: “Tutti in classe”

Mentre le Regioni spingono per un rinvio della riapertura delle scuole dopo le vacanze di Natale, Governo e Ministero dell’Istruzione restano fermi sulle proprie posizioni: “Tutti in classe dal 10 gennaio”. Intanto, domani il ministro Bianchi incontrerà i sindacati e il 5 gennaio è in programma il Cdm.
A cura di Ida Artiaco
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Tutti in classe dal 10 gennaio. È questa la posizione di Governo e, ovviamente, di Ministero dell'Istruzione rispetto alle pressioni esercitate dalle Regioni per un rinvio della riapertura delle scuole dopo le vacanze di Natale: la Dad non viene presa in considerazione, se non per motivi epidemiologici e solo in casi straordinari, demandati alle singole Regioni. Lo stesso Ministro Bianchi aveva ribadito qualche giorno fa che "a scuola si torna in presenza", investendo su tracciamento e vaccini. Posizione, questa, che fonti ministeriali hanno confermato oggi a Fanpage.it, in attesa del Cdm in programma il prossimo 5 gennaio, da cui dovrebbero arrivare indicazioni più precise. Intanto, domani, 4 gennaio, ci sarà anche un incontro con i sindacati in cui verranno discusse le altre misure al vaglio per il rientro in aula in sicurezza.

Le Regioni chiedono lo slittamento della riapertura delle scuole

Il rientro in classe è previsto tra il 7 e il 10 gennaio 2022. Alcune Regioni, come Marche e Campania, spingono per uno slittamento, magari anche solo di una settimana, per capire l'andamento della curva epidemiologica in un momento in cui, a causa della variante Omicron, i contagi sono schizzati oltre i 100mila al giorno durante il periodo natalizio. L'incidenza è cresciuta soprattutto tra la popolazione in età scolare. Ad aprire ad un rinvio della didattica in presenza è stato nelle scorse ore anche il Comitato tecnico scientifico, con il coordinatore Franco Locatelli che ieri, intervistato da Repubblica, non ha escluso questa possibilità, facendo slittare di una settimana il rientro, con giorni che si potrebbero poi recuperare a giugno. Si ricordi che le Regioni non possono più decidere autonomamente sulla chiusura degli istituti scolastici, a meno che non si sia in presenza di situazioni "di eccezionale e straordinaria necessità" o in zona rossa e arancione come previsto dal decreto Natale che conferma per altro la scuola in presenza fino al termine dello stato di emergenza, prorogato al 31 marzo 2022. Quindi, al momento, il ritorno in presenza non sarebbe in dubbio, visto che il Governo resta fermo sulla sua posizione.

Allo studio nuove regole sulla quarantena

Sempre le Regioni, al fine di preservare al massimo le lezioni in presenza, puntano anche a escludere il ricorso alla didattica a distanza per gli alunni vaccinati nel caso in cui vengano riscontrati due studenti positivi nella stessa classe. La proposta, che si applicherebbe alle scuole elementari e alla prima media, potrebbero essere discusse dal governo nelle prossime ore. Nello specifico, visto l’avvio della campagna vaccinale per i bambini dai 5 agli 11 anni, la richiesta è di prevedere nel caso di due studenti risultati positivi in una classe solo l’auto-sorveglianza di 5 giorni per i ragazzi vaccinati o guariti, più tampone a dieci giorni, e la quarantena di 10 giorni con Dad e test al termine dell’isolamento per i non vaccinati. Se il numero di contagi in una classe salisse a tre, sarebbe la Asl competente per territorio a valutare provvedimenti come la sospensione delle lezioni in presenza per tutti gli studenti. Ma l'ipotesi per Lega e M5S è discriminatoria ed anche i sindacati hanno espresso perplessità.

L'ipotesi di Green pass per gli studenti

Anche se dal Governo è arrivato più volte un "no" secco all'idea di introdurre il Green pass per gli studenti (come aveva dichiarato a Fanpage.it il sottosegretario Sileri), la richiesta è stata rilanciata da Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e presidente dell’Ali (Autonomie locali italiane), che con una lettera indirizzata direttamente al governo Draghi si era già fatto portavoce prima di Natale di altre decine di sindaci italiani, tra cui anche i primi cittadini di di Roma, Torino e Napoli per chiedere l'estensione della certificazione verde agli alunni di elementari, medie e superiori. "Se vogliamo una scuola sicura ed evitare la dad, non c’è alternativa al green pass per gli studenti. Come sindaci lo diciamo da settimane. Vaccino o tampone periodico gratuito per la minoranza non vaccinata. Governo ascolti i sindaci", ha scritto ieri su Twitter.

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