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Regeni, giudice impone nuove ricerche degli imputati, famiglia: “Governo scelga da che parte stare”

Il Gup di Roma ha disposto che i carabinieri dell’antiterrorismo del Ros proseguano gli accertamenti per invidiare gli 007 egiziani imputati per l’omicidio di Regeni.
A cura di Antonio Palma
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Dovranno proseguire le ricerche dei quattro agenti dei servizi di sicurezza egiziani imputati per l'omicidio di Giulio Regeni, Lo ha stabilito il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Roma al termine della nuova udienza preliminare sul sequestro e l'assassino del ricercatore italiano, torturato e ucciso in Egitto nel 2016. Accogliendo in pratica le richieste avanzate della famiglia di Regeni, il Gup Roberto Ranazzi ha disposto che i carabinieri dell’antiterrorismo del Ros, che si sono già occupati delle indagini, proseguano gli accertamenti per invidiare le esatte generalità e residenze degli imputati. Per arrivare la medesimo risultato,  lo stesso giudice ha imposto anche la trasmissione degli atti al governo per verificare eventuali esiti della rogatoria inoltrata all'Egitto nell'aprile 2019 e se ci sono margini per una "interlocuzione" con le autorità de Il Cairo.

La decisione del Gup è diretta conseguenza di quanto stabilito dai giudici della terza sezione della corte d’Assise di Roma nel'ottobre scorso secondo i quali non c’è la prova che gli imputati siano a conoscenza delle accuse visto che le loro generalità non sono mai state accertate con precisione. Il processo, che vede imputati quattro agenti della security egiziana accusati della morte del ricercatore friulano, infatti  era stato  sospeso in quanto gli avvocati d'ufficio degli 007 avevano evidenziato come non c'è nessuna prova che ai loro assistiti sia arrivata la notifica dell'indagine e poi dell'inizio del processo in contumacia. La procedura ora prevede che si tenti una nuova notifica agli imputati per informarli del procedimento a loro carico per poi procedere a un nuovo rinvio a giudizio per i quattro:  il generale Sabir Tariq, i colonnelli Usham Helmi, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif.

Inevitabile l'allungamento dei tempi del processo ma i famigliari di Regeni sono soddisfatti della decisione del Gup che ha fissato una nuova udienza per il prossimo 11 aprile per verificare se gli accertamenti disposti avranno avuto risultati. "Siamo soddisfatti che la nostra battaglia di giustizia possa proseguire. Noi e con noi il ‘popolo giallo’ e la scorta mediatica in sei anni non abbiamo mai avuto tentennamenti. Adesso chiediamo al governo di fare la sua parte e di rispondere alle istanze del giudice e alle nostre pretese di giustizia" ha dichiarato l’avvocato Alessandra Ballerini, aggiungendo: "Il nostro Paese, il nostro governo, scelga da che parte stare, se dalla parte di chi tortura e uccide e invoca impunità, o di chi chiede il rispetto di diritti inviolabili”.

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