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Stupro di gruppo a Malta, la denuncia di una 19enne: indagati cinque studenti italiani

I fatti contestati al gruppo di amici, cinque studenti pugliesi in vacanza a Malta dopo gli esami di maturità, risalgono al luglio scorso. La 19enne, entrata in Italia il giorno dopo i fatti a fine luglio, si sarebbe confidata coi genitori che hanno deciso con lei di rivolgersi alle forze dell’ordine.
A cura di Antonio Palma
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Cinque studenti italiani sono indagati con la gravissima accusa di stupro di gruppo nei confronti di una 19enne loro coetanea, anche lei italiana, che avevano conosciuto in vacanza a Malta. Come confermano entrambi, la ragazza e il gruppo di giovani pugliesi si erano conosciuti durante la vacanza sull’Isola nel Mediterraneo, diventata da tempo meta gettonata per i giovani. Qui hanno fatto amicizia e dopo una serata insieme si è consumato un rapporto sessuale che entrambi confermano ma che per la ragazza è stato non consensuale e frutto di stupro.

I fatti contestati al gruppo di amici, in vacanza a Malta dopo gli esami di maturità, risalgono al luglio scorso ma, come ricostruisce Repubblica, sono emersi solo con il ritorno della 19enne in Italia. La ragazza residente nel Trevigiano, infatti, ha denunciato l’accaduto solo una volta rimpatriata ed essersi resa conto di quanto subito. La 19enne, entrata in Italia il giorno dopo i fatti a fine luglio, si sarebbe confidata coi genitori che hanno deciso con lei di rivolgersi alle forze dell’ordine.

La giovane ha raccontato di aver seguito volontariamente il gruppo nel loro alloggio dopo una serata insieme per locali ma di essere arrivata nella stanza visibilmente ubriaca. Stando al suo racconto, qui approfittando della sua momentanea incapacità, si sarebbe consumata la violenza sessuale di gruppo a cui avrebbero partecipato quattro ragazzi mentre l’unico minore avrebbe solo assistito.

Il gruppo di ragazzi ha ammesso i rapporti sessuali con la 19enne ma si è detto estraneo a ogni violenza. I giovani sostengono si tratti di rapporti consenzienti. Gli atti delle indagini sono stati inviati per competenza a Brindisi dove i pm hanno disposto il sequestro dei cellulare degli indagati che saranno sottoposti a perizia tecnica. Lo scopo è accertare se vi siano foto o video di quanto accaduto quella notte che possano ricostruire i fatti.

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