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Vaiolo delle scimmie in Italia ed Europa

Quanti sono i casi di vaiolo delle scimmie in Italia e cosa devono fare i contatti stretti dei positivi

I casi di vaiolo delle scimmie in Italia sono ad oggi 505. L’infezione si sta sviluppando quasi esclusivamente fra maschi (501) rispetto ai soli 4 casi fra donne.
A cura di Davide Falcioni
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I casi di vaiolo delle scimmie in Italia sono 505. L'infezione sta continuando a svilupparsi quasi esclusivamente fra maschi (501) rispetto ai soli 4 casi fra donne.

A renderlo noto l'ultimo bollettino del Ministero della Salute, secondo cui "in specifici contesti ambientali ed epidemiologici, sulla base delle valutazioni delle autorità sanitarie, potrebbe essere richiesta l'applicazione di misure quarantenarie". Nella circolare si aggiunge che "i contatti stretti devono essere identificati il prima possibile e informati della loro esposizione e del rischio di sviluppare l'infezione". Per i contatti con esposizioni a basso rischio "è possibile adottare la sorveglianza passiva, autocontrollarsi e informare il proprio medico di famiglia".

Cosa devono fare i contatti stretti dei positivi al vaiolo delle scimmie

Secondo il Ministero "i contatti asintomatici che controllano adeguatamente e regolarmente il loro stato possono continuare le attività quotidiane di routine come andare al lavoro e frequentare la scuola (la quarantena non è necessaria)". Per i contatti stretti è indicato di evitare di donare sangue, cellule, tessuti, organi, latte materno o sperma mentre sono in regime di sorveglianza.

L'auto-monitoraggio prevede il controllo della febbre (almeno due volte al giorno) o di altri sintomi come il mal di testa, mal di schiena, linfoadenopatia, o eruzione cutanea da causa sconosciuta nei 21 giorni dall'ultima esposizione. Indicata anche l'astensione dalle attività sessuali per 21 giorni dopo l'ultima esposizione, igiene delle mani e respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, con fazzoletti monouso da smaltire correttamente e lavarsi spesso le mani); evitare il contatto con persone immunocompromesse, bambini sotto i 12 anni e donne in gravidanza per 21 giorni dopo l'ultima esposizione; evitare il contatto stretto diretto con animali, inclusi gli animali domestici, per 21 giorni dopo l'ultima esposizione.

"Le autorità sanitarie locali possono scegliere di escludere i bambini in età prescolare da asili nido, scuole materne o altri ambienti di gruppo". Nella circolare, firmata dal direttore generale per la prevenzione Gianni Rezza, si specifica infine che "apposite indicazioni sulla strategia di vaccinazione in Italia contro il vaiolo delle scimmie saranno fornite con successiva pubblicazione".

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