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Quali sono le regioni con terapie intensive oltre la soglia critica

Diminuisce la pressione sulle strutture ospedaliere in Italia: a livello nazionale l’occupazione dei posti letto sia in terapia intensiva che in area medica è scesa sotto la soglia critica, rispettivamente, del 30% e del 40%, pur con le dovute differenze territoriali: sono ancora 3 le regioni che presentano percentuali più alte, l’elenco aggiornato.
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A cura di Ida Artiaco
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Continua il calo dei ricoveri in area medica e in terapia intensiva in Italia. Nell'ultimo bollettino di ieri, lunedì 3 maggio, sono stati registrati -34 ricoveri in TI e +50 ricoverati con sintomi, in leggero aumento rispetto al giorno precedente ma in miglioramento rispetto alle scorse settimane. Il che si traduce anche una diminuita pressione sugli stessi reparti, tanto è vero che in entrambi i casi ci troviamo al di sotto della soglia critica individuata dal decreto del Ministro della Salute del 30/4/2020. Secondo dati Agenas, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, infatti, aggiornati al 3 maggio, la percentuale di saturazione delle terapie intensive è al momento ferma al 28%, due punti percentuali sotto la soglia critica del 30%, per il terzo giorno consecutivo, mentre quella di saturazione dei reparti di area medica è al 29%, al di sotto della soglia critica del 40%. Ma non mancano le differenziazioni a livello regionale.

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Se, infatti, è vero che a livello nazionale la situazione è in miglioramento rispetto a qualche settimana, con le terapie intensive occupate al 28%, quindi al di sotto della soglia critica, oltre la quale rallenta l’assistenza degli altri pazienti ricoverati, ci sono alcune regioni in cui la percentuale di occupazione è più alta. Tra queste, troviamo la Lombardia, dove la percentuale di occupazione dei posti letto in TI da parte dei pazienti Covid è del 38%, quindi 8 punti percentuali sopra la soglia critica, stabile rispetto al giorno precedente, e la Toscana, che con il suo 40%, è in assoluto la regione italiana con il maggior carico sull'area critica. Seguono la Puglia (35%), le Marche (33%) e il Piemonte, leggermente al di sopra della soglia critica (31%). Sul filo il Lazio (29%), l'Emilia Romagna (28%), e la Liguria (27%). La percentuale più bassa, solo il 5%, è registrata dalla provincia autonoma di Bolzano.

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