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Puglia, morto dopo il lavoro nei campi con 40°: la colletta per riportare la salma di Camara in Mali

Camara Fantamadi è morto mentre tornava a casa dai campi dopo una giornata di lavoro come bracciante sotto il sole cocente. Il decesso è avvenuto per cause naturali dovute allo sforzo e al caldo patito durante il turno di lavoro. Per lui è stata organizzata una colletta con lo scopo di riportare la sua salma in Mali.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Camara Fantamadi è morto in sella alla sua bicicletta dopo aver lavorato per un'intera giornata per 6 euro all'ora nei campi del Brindisino, sotto il sole cocente. Ha continuato a svolgere il suo lavoro di bracciante nonostante i quaranta gradi senza sosta. A fine giornata, di ritorno dai campi, ha smesso di pedalare e si è accasciato accanto alla bicicletta. Da tre giorni si era trasferito da Eboli a Tuturano, dove viveva con il fratello. Camara aveva 27 anni ed era arrivato in Italia dal mali con il sogno di una vita migliore. Per lui è stata organizzata una colletta per riportarlo in Mali. Servono 4mila euro per il rimpatrio della salma. Per partecipare, fa sapere il quotidiano La Repubblica, si potrò contattare Drissa Kone, capo della comunità africana a Brindisi al 329 332 0598)

Il lavoro nei campi e poi il decesso

Dopo una giornata di lavoro sotto il sole, Camara stava percorrendo in bici i quasi dieci chilometri che lo avrebbero riportato a casa per poi fare ritorno nei campi al mattino presto. Il fratello ha cercato di contattarlo al telefono inutilmente. Grazie a quelle chiamate, gli agenti della Polizia locale hanno potuto risalire ai familiari. I sanitari giunti sul posto hanno accertato la morte per cause naturali. Il pubblico ministero di turno, informato dei fatti e accertata la morte non violenta, ha disposto la restituzione della salma alla famiglia. Pochi giorni prima della morte del 27enne era scattato a Nardò il divieto di lavoro nei campi tra le 12.30 e le 16.00. La decisione era stata presa dal sindaco Pippi Mellone a tutela dei braccianti visto il rischio per le alte temperature. In questo periodo, per la raccolta di ortaggi e angurie, sono molti i lavoratori che ogni giorno raggiungono i campi. "Spesso il lavoro si svolge nelle ore centrali della giornata, che sono quelle più calde e quindi più dannose per la salute dei braccianti" aveva spiegato il primo cittadino annunciando il divieto.

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