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Puglia, le alghe tossiche nelle acque superano il tetto di allarme

Tornano a proliferare le alghe tossiche nei mari della Puglia: a Giovinazzo, Torre Canne e Otranto la quantità di tossine dovute alla Osteopsis Ovata superano i tetti di allarme. Meglio il resto della Puglia, che si mantiene invece su quantità più modeste. La più colpita dal fenomeno è la provincia barese.
A cura di Gabriella Mazzeo
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L'alga tossica è tornata a farsi vedere nei mari della Puglia, superando questa volta i livelli di allerta. In particolare ad essere interessata dal fenomeno è la provincia barese. Secondo l'ultimo report di Arpa Puglia riferito alle prime settimane di luglio, una delle bandiere rosse è stata assegnata alle coste di Giovinazzo che sono quelle in cui le quantità di alghe tossiche sono più alte. Qui i livelli di Osteopsis Ovata raggiungono le 22525 cellule/litro. Discrete quantità anche nel resto della provincia barese, dove però non si supera mai il tetto di allarme delle 680 cellule/litro.

Nel resto della Puglia vi sono invece altre due zone ad alto rischio: una è la Torre di Canne (Ostuni) e l'altra quella di Porto Badisco, vicino Otranto. Qui i livelli di Osteopsis Ovata sono molto alti. Modeste invece le quantità a Manduria, nel Tarantino, e ad Apani di Brindisi. Quantità decisamente scarse o nulle nel resto delle aree controllate.

Cos'è Osteopsis Ovata

Si tratta di un'alga velenosa arrivata nel Mediterraneo probabilmente a causa delle acque di zavorra delle navi. Le prime segnalazioni lungo le coste pugliesi risalgono agli anni 2000 e da allora questo tipo di organismo si sviluppa abbondantemente nei mesi estivi. In particolare l'alta temperatura ne facilita la proliferazione. In questa specie è stata individuata una tossina in grado di uccidere organismi marini quali stelle di mare, ricci, granchi e molluschi. Per l'essere umano, invece, fare il bagno dove si riscontra un'alta concentrazione di alghe velenose porta malesseri transitori quali riniti, faringiti, laringiti, bronchite, febbre, dermatite o congiuntivite. Con l'aumentare delle temperature, l'alga torna a proliferare fino a infrangere i tetti d'allarme utili ad evitare malesseri ai bagnanti e moria di specie marine.

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