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Prezzo del gas verso l’aumento, Tabarelli: “Tetto europeo potrebbe arginare le bollette”

Aumento dei prezzi del gas, l’Europa vacilla sul tetto massimo ai costi per le importazioni dalla Russia. Tabarelli: “Price cap potrebbe arginare le bollette”
Intervista a Davide Tabarelli
Presidente e fondatore di Nomisma Energia
A cura di Gabriella Mazzeo
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Nella giornata odierna, venerdì 9 settembre, è previsto il Consiglio dei ministri Ue dell'Energia, chiamato a discutere una soluzione su scala europea per l'aggravarsi della crisi energetica. Sul tavolo però non dovrebbe esserci il tetto al prezzo del gas russo, caldeggiato dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, che aveva portato alla chiusura a tempo indeterminato del gasdotto Nord Stream 1. Dopo che Mosca ha minacciato di non fornire gas a chi avrebbe applicato price cap, molti Paesi hanno cercato di tirarsi indietro senza arrivare a un'intesa preliminare.

L'imposizione di un tetto al prezzo del gas russo, secondo il Prof. Davide Tabarelli, presidente e fondatore di Nomisma Energia, sarebbe una misura utile da punto di vista politico e soprattutto economico. "Risponde a un'esigenza straordinaria – ha spiegato ai microfoni di Fanpage.it – provocata dalla guerra. Sarebbe un modo di riparare le crepe nel mercato".

Davide Tabarelli
Davide Tabarelli

Quando raggiungeremo il prezzo massimo per il gas secondo lei?

Difficile dirlo. Tutte le previsioni vengono smentite di giorno in giorno. La situazione è ormai imprevedibile, per cui è impossibile dire cosa sarà. Verosimilmente il prezzo massimo non lo abbiamo toccato: dobbiamo ragionare in base al picco invernale. Per rimettere a posto i costi, dovrebbe esserci un momentaneo calo della domanda che però non c'è stato.

Quando parla di calo della domanda intende razionamenti?

No, mi riferisco principalmente a misure per risparmiare sui consumi. Le bollette raddoppiano, ma di fatto non abbiamo visto veri cali della domanda. Solo le industrie hanno iniziato a moderare i consumi.

In questo senso il tetto al prezzo del gas russo sarebbe una misura solo politica o può effettivamente salvare le bollette degli italiani?

Risponde a un'esigenza straordinaria provocata dalla guerra. Si tratta di una misura che può avere entrambe le valenze ed essere efficace su entrambi i fronti. La guerra ha fatto impazzire il mercato, uno stop costringerebbe i costi negli argini. Sarebbe un modo per riparare le crepe. Non possiamo sapere però se sul lungo periodo sarà una soluzione più politica che economica.

Però non importare è possibile: la Gran Bretagna ha azzerato le sue importazioni (circa il 4% del fabbisogno nazionale). Noi non possiamo immaginare un futuro del genere, magari anche con nuove partnership?

La nostra dipendenza dalla Russia è molto diversa: importiamo circa il 40% del nostro fabbisogno da Mosca e in questo momento immaginare un futuro senza questo 40% è complicato. Nei fatti tutto è possibile, basta lavorare affinché lo sia, ma non possiamo pensare a una situazione di indipendenza dall'oggi al domani se abbiamo bisogno della Russia per il 40% del nostro consumo.

Quanto gas ci manca per soddisfare il fabbisogno del Paese?

Su base annua importavamo dalla Russia 29 miliardi di metri cubi. Con qualche riduzione, le temperature estive e più gas dall'Algeria riusciamo a coprire 20 miliardi di metri cubi. Secondo questo calcolo, ce ne mancano almeno 9. Un ragionamento in base annua rischia però di essere fuorviante allo stato attuale.

Cioè?

Per capire quanto ci manca davvero dobbiamo ragionare sul picco della domanda che si verificherà per forza di cose in inverno, quando avremo bisogno dei riscaldamenti. Se la domanda non crollerà in questo lasso di tempo che precede la stagione, andremo per forza incontro a un razionamento.

E nel concreto razionamento cosa vuol dire: meno gas per uso domestico? Coprifuoco e fabbriche chiuse?

No, esiste un regolamento europeo che prevede misure più morbide. L'idea però è quella di partire dai grandi consumatori, tagliare le forniture per qualche giorno e prevedere degli indennizzi per quel periodo. Poi si deve guardare alle fabbriche più piccole e infine ai cittadini. Per esempio il riscaldamento potrebbe stare acceso per un'ora in meno, anche se con il freddo non sarà semplice.

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