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Pregliasco: “Vaccini efficaci sulle varianti Covid? Probabile un richiamo come per l’influenza”

Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano, in diretta su YouTube con Fanpage.it: “Non ha senso avere preferenze sui tipi di vaccini, che hanno valori comparabili. Coloro a cui viene somministrata la seconda dose hanno degli effetti più intensi, come febbre e stanchezza, che svaniscono però nell’arco di due giorni. Le varianti? Probabile serva un richiamo vaccinale come per l’influenza”.
A cura di Ida Artiaco
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I vaccini approvati fin qui dall'Ema e di conseguenza dall'Aifa, e cioè i sieri di Pfizer, Moderna e AstraZeneca contro il Coronavirus sono tutti comparabili, ma per essere efficaci anche sulle varianti del virus, da quella inglese a quella sudafricana alla brasiliana, è probabile che servirà fare un ulteriore richiamo come per l'influenza. Ne è convinto Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università di Milano, che ha fatto il punto della situazione vaccini nel nostro Paese intervenendo nel corso della diretta sul canale YouTube di Fanpage.it.

"Non ha senso avere preferenze sui tipi di vaccini, che hanno valori comparabili – ha sottolineato Pregliasco -. Quello un po' più basso dai dati che abbiamo a disposizione è quello di AstraZeneca, che però riuscirebbe a bloccare la diffusione del virus secondo le ultime notizie. Avrebbe cioè un'azione sterilizzante, che è un elemento importante rispetto al desiderio di avere l'immunità di gregge. Certo, la Svizzera non ha voluto neanche autorizzarne l'uso per carenza di dati. Ma come sempre bisogna sapere come va la storia: la registrazione avviene sulla base del campione di volontari che hanno eseguito il test. È vero che la maggior parte di questi aveva fino a 55 anni ma è vero anche hanno risposto bene le persone più anziane. Vedremo come va più avanti".

Per quanto riguarda gli effetti collaterali del vaccino, Pregliasco ha sottolineato che "vedendo la casistica coloro a cui viene somministrata la seconda dose hanno degli effetti più intensi, come febbre e stanchezza, che svaniscono però nell'arco di due giorni. In chi è stato positivo nel corso della prima ondata è stato osservato che gli eventi avversi sono stati più intensi, perché si riattiva con il siero una risposta immunitaria ampia. Ma è del tutto normale, si tratta di una attesa reazione infiammatoria del sistema immunitario. Nessuna controindicazione neppure per gli immunodepressi, possono fare il vaccino".

Infine, sul capitolo varianti, Pregliasco ha spiegato che "le mutazioni che conosciamo hanno numero maggiore di variazioni nello spike, cioè una conformazione diversa nelle caratteristiche morfologiche del virus. Dagli studi che sono stati fatti da Pfzier e Moderna al momento i vaccini sono efficaci anche su queste varianti, ma nel tempo ciò potrebbe diventare un problema, cioè potrebbero non reagire più al vaccino stesso, per cui è probabile che ci sarà un richiamo vaccinale come per l'influenza". Su quando avremo l'immunità di gregge il virologo ha pochi dubbi: "La speranza è di terminare le vaccinazioni del 70% della popolazione entro settembre, ma credo che ciò sia molto difficile. Il virus comunque non sparirà, ma nel tempo avremo con lui una convivenza civile soprattutto per quanto riguarda gli effetti più letali della malattia".

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