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Covid 19

Pregliasco: “Con la variante indiana si finisce più facilmente in ospedale, correre con i vaccini”

Il virologo Fabrizio Pregliasco a Fanpage.it: “La variante indiana (delta) è più aggressiva delle altre che conosciamo, i dati inglesi lo confermano: su 38.805 casi sequenziati è associato un rischio di ospedalizzazione 2,61 volte maggiore entro 14 giorni dal contagio rispetto alla variante del Kent. Nelle prossime settimane bisognerà fare attenzione per evitare un’onda di risalita dei contagi accelerando anche con le vaccinazioni”.
A cura di Ida Artiaco
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"La variante indiana è più aggressiva delle altre che conosciamo, i dati inglesi lo confermano. Nelle prossime settimane bisognerà fare attenzione per evitare un'onda di risalita dei contagi accelerando anche con le vaccinazioni". A parlare è Fabrizio Pregliasco, ricercatore di Virologia all’Università Statale di Milano e direttore sanitario dell’Ospedale Galeazzi, che a Fanpage.it ha spiegato perché i suoi colleghi in Gran Bretagna sono così preoccupati per la circolazione della mutazione scoperta per la prima volta in India nei mesi scorsi e perché anche in Italia bisogna fare attenzione. Secondo l'esperto, "nel Regno Unito il 75% della casistica è collegata alla variante indiana. Noi siamo un po' più distanti, ma abbiamo già visto cosa è successo con la variante inglese che ormai è diventata dominante anche nel nostro Paese. È il virus che circola. Dobbiamo approfondire quanto ci dicono gli inglesi, e cioè che questa mutazione comporterebbe un rischio maggiore di avere complicanze con un eventuale aumento delle ospedalizzazioni, che è un elemento che non piace".

Dunque, ad allarmare di più della variante indiana (chiamata variante delta secondo la nuova nomenclatura dell'Oms) è una sua maggiore aggressività. "Un po' più di cattiveria rispetto agli altri ceppi virali la variante indiana ce l'ha – ha specificato Pregliasco -. Ho letto poco fa un articolo basato su dati inglesi secondo cui su 38.805 casi sequenziati è associato un rischio di ospedalizzazione 2,61 volte maggiore entro 14 giorni dal contagio rispetto alla variante del Kent". Per questo gli scienziati inglesi hanno chiesto al governo guidato da Borsi Johnson di velocizzare la somministrazione delle seconde dosi di vaccino e posticipare gli ulteriori allentamenti previsti alle misure restrittive. "Bisogna accelerare tantissimo la campagna di vaccinazione, è fondamentale. Più riduciamo lo spazio al virus meno ci complichiamo la vita oltre a ridurre il suo arrivo o quanto meno gli effetti pesanti che può avere mantenendo uno schema non troppo prolungato di richiamo. L'intervallo che c'è ora tra una dose e l'altra, sia per quanto riguarda Pfizer e Moderna che AstraZeneca, a mio avviso è una mediazione opportuna per aumentare la platea dei vaccinati senza ritardare la piena protezione".

Cosa dovremo aspettarci in Italia nelle prossime settimane quando molti cittadini cominceranno a viaggiare? "Per evitare una nuova circolazione virale nei prossimi mesi l'unico modo è osservare una progressività nelle aperture, senza voler bruciare le tappe come ormai si sta vivendo. Questa situazione può portarci un'onda di rimbalzo, io spero non sia una quarta ondata ma il rischio di un'onda di risalita è probabile che lo avremo, anche per via delle varianti. Poi l'effetto sull'ospedalizzazione è diverso, sicuramente ne avremo di meno proprio grazie alla vaccinazione e alla sua capacità protettiva".

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