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Polemiche a Exilles per il ritratto del Duce nella hall, il ristoratore: “Da lì non lo tolgo”

Braccio di ferro tra l’albergo-ristorante di Exilles e il Comune. Il ristoratore: “Da lì non lo tolgo. Per farmelo rimuovere aspetto una sentenza della Cassazione perché non è apologia di reato”. L’amministrazione: “Le montagne di Exilles sono state teatro di una dura lotta partigiana che ha pianto le sue troppe vittime”.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'Osteria degli Archibugi di Exilles (Torino), Val di Susa, che aveva nel suo menu la pizza ‘Dux', e che nella hall ha un quadro di Mussolini in bella mostra, continua a far parlare di sé. E la questione è finita anche in Comune. Il sindaco Michelangelo Castellano e la sua maggioranza, e gli abitanti del posto, sono preoccupati per la cattiva pubblicità che la cittadina ha ricevuto, vista l'eco che la vicenda ha avuto sui social. Anche perché quei luoghi sono ricordati anche per drammatici rastrellamenti e per le deportazioni nei campi di concentramento, avvenute durante la Seconda Guerra Mondiale.

Un cliente qualche giorno fa aveva infatti raccontato su Facebook la sua esperienza: poco prima di lasciare il locale, al momento del checkout, si era accorto del quadro raffigurante Mussolini appeso in una parete dell'ingresso: "Ho evitato di parlare con i ristoratori perché non volevo creare confusione, ero con la mia famiglia ed erano stati cortesi ma è importante che si sappia". Qualche mese prima, su Trip Advisor, un'altra cliente aveva pubblicato una recensione negativa intitolata "Che tristezza". "Ce ne siamo andati – aveva scritto – senza mangiare. Chiamare una pizza ‘Dux' è vergognoso". In quell'occasione il direttore del locale aveva risposto a tono: "Che peccato, uno stupido pregiudizio non vi ha permesso di assaggiare la nostra cucina".

"Noi facciamo ristorazione, non politica. Ciò che fa parte della nostra storia, per quanto tragica, è comunque storia, e in un locale come il nostro, in stile militare, vista l'ubicazione sotto una fortezza, qualche cenno storico è più che plausibile".

Ora il primo cittadino di Exilles, il suo vice Giuseppe Petrera e l'assessore Silvia Alessio, come ha riportato ‘La Stampa', commentano con amarezza: "Le montagne di Exilles sono state teatro di una dura lotta partigiana che ha pianto le sue troppe vittime è difficile dunque sporcare l’immagine e la storia di questo paese a causa di un immaturo revanscismo". Del resto il titolare del locale Giovanni Miccoli non vuole sentire ragioni: "Da lì non lo tolgo. Per farmelo rimuovere aspetto una sentenza della Cassazione perché non è apologia di reato". "Sarà anche un locale pubblico, ma è una proprietà privata, quindi preferiamo non entrare nel merito" fanno sapere  dall'amministrazione.

Inoltre, aggiungono, "Da anni il comune sta perseguendo una politica mirata ad aumentare l’accoglienza turistico-alberghiera del suo territorio e con grande fatica sta cercando di attrarre attività di ristorazione per ridare vigore e vitalità a un paese che, nel suo Forte, vede una grande possibilità di riscatto"

In seguito alla diffusione della notizia, lo storico Gianni Oliva ha anche consigliato di non andare a mangiare ad Exilles. "Ovviamente intendevo all'interno di quel locale, anzi Exilles è un paese davvero bello e caratteristico – spiega Oliva – Ci sono stato con gli Alpini e, passeggiando per il centro storico, ho notato che su tutti gli edifici erano apposti dei cartelli per raccontare cos'erano stati nel passato. E poi ricordo l'impegno profuso per valorizzare il forte, la vera attrazione del posto". 

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