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Pesaro, schianto con tre morti: conducente ubriaco, drogato e non ha mai preso la patente

È indagato per omicidio stradale plurimo e lesioni colpose, Marco O., domenica al volante dell’auto che ha provocato la morte di tre persone, tra cui quella della fidanzata, madre di una bimba di 9 anni. L’uomo è ricoverato all’ospedale di Torrette in gravi condizioni.
A cura di Biagio Chiariello
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 Senza patente perché mai presa. Era sotto l'effetto di sostanze stupefacenti e alcol, secondo i risultati delle prime analisi di laboratorio, Marco O., 31enne conducente della vettura che il 9 giugno scorso ha causato lo schianto sulla Ss16 Adriatica tra Pesaro e Gabicce Mare nel quale sono morte tre persone. La fidanzata dell’uomo, Silvia Lucarelli, di 33 anni, barista, madre di una bambina di 8 anni e la coppia di conviventi Roberto Carosio e Oriella Bonerba di 60 e 61 anni, residenti a Pesaro in una casa popolare di via dei Lavoratori. Il 31enne è ricoverato in prognosi riservata a Torrette, le sue condizioni restano gravi. Gli inquirenti sono in attesa che si riprenda (ha una frattura alla base cranica e una commozione cerebrale non particolarmente grave) per poter spiegare cosa è successo nei momenti precedenti e alla tragedia. Il fascicolo di indagine è sul tavolo del pm Giovanni Narbone che indaga per omicidio colposo plurimo.

Come è emerso ieri il 31enne non ha mai conseguito la patente di guida ed è in possesso del solo patentino per i motocicli. Nonostante questo domenica era alla guida della Mazda bianca che apparteneva a Silvia Lucarelli. Con quell’auto ha affrontato la semicurva dopo la discesa delle Siligate a velocità elevata perdendo il controllo della vettura che è andata in testa coda schiantandosi contro la Fiat seicento rossa di Roberto Carosio e della compagna Oriella, i quali stavano facendo ritorno dalla Romagna. Oggi si è svolta la ricognizione cadaverica di Silvia Lucarelli e forse domani o giovedì potrà essere celebrato il suo funerale. Probabile che non sia necessario procedere con l’autopsia perché appare chiara la causa della morte. La 33enne era legatissima alla sua bambina di 9 anni e ai suoi genitori. Un mese fa aveva lasciato il lavoro come barista al caffè Centralino per iniziare una nuova attività lavorativa insieme alla madre.

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