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Risparmio energetico

Perché i costi di legna e pellet sono alle stelle e quali sono i consigli per i consumatori

Legna e pellet hanno più che raddoppiato il prezzo ma quali sono i motivi e come difendersi? Fanpage.it ne ha parlato con la direttrice di Aiel, l’Associazione Italiana Energie Agroforestali.
Intervista a Annalisa Paniz
Direttrice generale di Aiel, l’Associazione Italiana Energie Agroforestali
A cura di Antonio Palma
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L’aumento del prezzo del gas e i timori per il taglio delle forniture hanno portato in Italia a una vera proprio corsa all’acquisto di legna e pellet come fonte alternativa per scaldarsi. Gli acquisti negli ultimi mesi hanno fatto registrate numeri da record così come le vendite di stufe e caminetti. Tutto questo insieme al blocco delle esportazioni da parte dei paesi dell’Est, con una carenza complessiva stimata in circa 3 milioni di tonnellate di pellet a livello europeo, hanno fatto impennare i costi a livelli record. Ne abbiamo parlato insieme alla dottoressa Annalisa Paniz direttrice generale di Aiel, l’Associazione Italiana Energie Agroforestali.

Con l’aumento del prezzo del gas molti consumatori stanno pensando di passare a legna e pellet mai i prezzi sono già aumentati di molto. Conviene ancora?

È una domanda che tutti si pongono e la risposta è sì. Anche se il prezzo è più che raddoppiato attestandosi mediamente intorno ai 10 euro a sacchetto, i dati che abbiamo elaborato come Aiel nell’ultima settimana confermano la convenienza del Pellet del 30% rispetto al metano. Un altro elemento da sottolineare è che il pellet lo compriamo adesso con prezzo noto al consumatore e invece il metano lo pagheremo con un prezzo che probabilmente aumenterà ancora. Una convenienza destinata quindi a confermarsi se non ad aumentare nel corso della stagione termica perché sul lungo periodo non prevediamo ulteriori aumenti.

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Perché i prezzi sono aumentati così tanto, quali sono i fattori determinanti?

I motivi sono molteplici e sommandosi hanno creato quella che noi chiamiamo la tempesta perfetta. Ovviamente molto è dovuto alla guerra in Ucraina che poi a cascata ha determinato lo shock dei prezzi. Si va dal blocco delle importazioni di legname da Russia e Bielorussia all’ovvia riduzione dei flussi ucraini, dalle sanzioni economiche che hanno comportato una riduzione di materia prima idonea alla produzione di pellet, alla riduzione delle esportazioni di scarti e segatura dei Paesi nordici per soddisfare i fabbisogni interni. La stessa produzione di pellet, essendo un processo energivoro, costa il 40 o 50 per cento di più.

Stufe e camini a legna e pellet, cresce la domanda in Italia e in Europa
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Molti commercianti lamentano già scarsità di risorse, esiste un pericolo reale di mancanza di forniture in vista dell’inverno?

La situazione attuale è indubbiamente difficile e non andrà a risolversi nel corso della stagione invernale. I flussi di importazione da altri Paesi come la Germania, l’Austria e i Paesi baltici diminuiranno fisiologicamente, quindi c’è il rischio di una diminuzione dei flussi ma il pellet continuerà ad arrivare, anche se in flussi ridotti, e non ci sarà uno shortage.

Alla luce di questi rischi quali sono i consigli per i consumatori in vista dell’inverno?

Il nervosismo dei consumatori è evidente giustificato perché è una situazione che nessuno si aspettava. Sicuramente va pianificato l’acquisto, quindi anche adesso per evitare di concentrare tutti gli acquisti nel periodo invernale perché in quel caso lì si potranno avere delle situazioni di grande grande disagio. Se si riesce diluire la domanda nel corso del tempo si garantisce a tutti di poter approvvigionarsi. Possiamo rassicurare tutti dicendo che tutte le associazioni a livello europeo concordano sul fatto che l’industria riuscirà a reagire a queste sollecitazione con un aumento dei livelli produttivi. Al momento abbiamo previsioni di aumento produttivo in Austria e in Francia. Anche in Italia c’è interesse e per la prima volta la consapevolezza della necessità di avviare politiche per l’aumento della produzione delle filiere forestali per sfruttare la risorsa boschiva.

Le associazioni dei consumatori avvertono che la forte domanda di legna e pellet ha stuzzicato l’interesse di persone disoneste e denunciano una componente speculativa. Quali sono i consigli per non cascare in truffe?

Siamo in una condizione di eccezionalità per la crisi energetica quindi la prima cosa è continuare a pianificare e in maniera oculata ma rivolgendosi sempre ed esclusivamente a rivenditori di fiducia e senza farsi attrarre da offerte e prezzi estremamente convenienti. È importante affidarsi sempre a fornitori stabili e conosciuti nel proprio territorio. Le ragioni oggettive di questa situazione dei prezzi però prevalgono nettamente su quelle speculative.

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