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Palermo, truffa all’Inps: “Finti ciechi e disabili sorpresi a guidare e ballare”. Due arresti

La Guardia di Finanza di Palermo ha scoperto, con l’operazione “Igea”, una rete di falsi invalidi che hanno beneficiato illecitamente di indennità previdenziali o assistenziali grazie ad una organizzazione che si occupava di tutta la trafila per ottenere il sussidio in cambio di soldi. Due persone sono state arrestate e altre dieci sono oggetto di denuncia, tra cui medici e dipendenti pubblici.
A cura di Ida Artiaco
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Ciechi che leggono la posta o guidano e disabili che ballano. La Guardia di Finanza di Palermo ha arrestato due persone, e almeno altre dieci risultano indagate, nell'ambito di una indagine, ribattezzata "Igea", dal nome della dea greca della salute, che ha portato alla luce una maxi truffa ai danni dell'Inps. Le fiamme gialle hanno scoperto una rete di falsi invalidi che hanno beneficiato illecitamente di indennità previdenziali o assistenziali grazie ad una organizzazione che operava nella provincia del Capoluogo siciliano e che si occupava, in cambio di denaro, di tutta la trafila per ottenere il sussidio. Ad essere fermati sono stati Antonino Randazzo, 57enne di Terrasini, e il suo stretto collaboratore Filippo Accardo, 49enne di Camporeale, con le accuse di concorso in truffa ai danni dello Stato, truffa aggravata per il conseguimento di contributi pubblici, falsità ideologica e traffico di influenze illecite. La denuncia è invece scattata per diversi soggetti tra dipendenti pubblici, medici generici e specialisti, componenti delle commissione mediche Asl e responsabili dei Caf.

Secondo quanto ricostruito dai finanzieri, i due arrestati erano al vertice dell'organizzazione, che si avvaleva di una serie di collaboratori e complici, e avevano messo in piedi un sistema talmente rodato negli anni che erano diventati una sorta di punto di riferimento per chi volesse ottenere queste prestazioni previdenziali. Ai procacciatori di clienti spettava il compito di trovare, tra quelli che sembravano più bisognosi e disponibili a chiedere un aiuto, le persone disposte a partecipare alla truffa. Una volta individuati, i soggetti venivano indirizzati verso i medici compiacenti che firmavano i certificati con le false patologie per richiedere le indennità. Gli stessi medici spesso attestavano l'intrasportabilità dei "pazienti" in modo da evitare la visita collegiale e ottenere la visita a domicilio, dove istruivano i falsi invalidi sui comportamenti da tenere nella visita di controllo. Quando poi il falso invalido aveva ottenuto i benefici previsti dalla legge, l'organizzazione andava all'incasso con un tariffario prestabilito, che prevedeva generalmente un anno di indennità, pari agli arretrati erogati dall'Inps. Con lo stesso provvedimento d'arresto, il gip ha disposto anche il sequestro di 100mila euro.

Le intercettazioni disposte dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal sostituto Francesca Mazzocco hanno svelato il giro d’affari: "Sono come una prostituta", diceva l’organizzatore del giro. In un altro dialogo con un falso invalido spiegava: "Quel medico è cosa nostra, come dicevano gli antichi". A un medico complice invece aveva detto: "Fallo bello pesante (il certificato), queste carogne l’ultima volta l’hanno rigettato". Intanto, le indagini proseguono, anche grazie alla collaborazione dell'Inps, per scovare altri possibili truffatori.

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