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Omicidio Maria Angela Corona, in manette la nipote: l’ha fatta strangolare da due killer

Strangolata, infilata in un sacco e gettata nel dirupo per mano di due sicari pagati dalla nipote. Questo lo scenario che gli arresti di oggi hanno delineato per l’omicidio di Maria Angela Corona, la 47enne di Bagheria (Palermo), scomparsa il 14 aprile e trovata morta due giorni dopo. In manette è finita Maria Francesca Castronovo, nipote della donna e i due autori materiali del delitto. Sono accusati di omicidio e occultamento di cadavee in concorso.
A cura di Angela Marino
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Svolta nell'omicidio di Maria Angela Corona, la 47enne trovata cadavere nelle campagne tra Bagheria e Ciminna, in provincia di Palermo, lo scorso 16 aprile. Maria Francesca Castronovo, di 39 anni, la nipote della vittima, è stata arrestata con l'accusa di aver ordinato l'omicidio della zia a due sicari, anche loro finiti in manette. Si tratta di Guy Morel Diehi, ivoriano di 23 anni e Toumani Soukouna, maliano di 28 anni, entrambi accusati di aver materialmente commesso il crimine. L'arresto è stato disposto dal gip di Termini Imerese, ed eseguito dai carabinieri nell'ambito delle indagini per la morte della 47enne di Bagheria.

Sin dalle prime battute l'inchiesta si era orientata sulla pista familiare. Le testimonianze, infatti, avevano confermato che Maria Angela aveva litigato più volte con i suoi familiari e che le tensioni erano costanti, al punto da ipotizzare un disegno criminoso in seno alla famiglia. Secondo le ipotesi d'accusa, dunque, la nipote della donna avrebbe assoldato i due sicari perché, dietro corresponsione di un prezzo, l'aiutassero a uccidere la 47enne e a disfarsi del corpo, trovato poi mutilato e fatto a pezzi.

Maria Francesca Castronovo ha confessato aggiungendo che la zia la maltrattava. È stata rintracciata dai carabinieri al centro Grandi ustionati dell'ospedale Civico dove era stata ricoverata poco dopo il delitto con ustioni alle gambe. Secondo alcuni testimoni sarebbe stata la vittima a provocargliele rovesciandole addosso acqua bollente, ma la donna ha giustificato le ustioni dicendo che sarebbero state provocate nel rogo della sua auto, andata in fiamme vicino il cimitero di Bagheria. I carabinieri con la consulenza dei vigili del fuoco hanno accertato che il rogo era stato appiccato volontariamente. Il delitto, stando a quanto ricostruito dalle indagini, sarebbe avvenuto martedì 14 aprile, il giorno della scomparsa della donna. Secondo quanto accertato dagli esami medico legali e dalle indagini, Maria Angela sarebbe stata strangolata, infilata in un sacco e gettata nel dirupo.

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