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Uccisa al 9° mese di gravidanza. Sarà lo Stato a risarcire la famiglia

Jennifer Zacconi, 22 anni, di Olmo di Martellago (Venezia), fu uccisa al nono mese di gravidanza e sepolta in una buca dall’uomo con cui aveva avuto una relazione clandestina. Condannato a 30 anni e al risarcimento di 80mila euro, non ha mai pagato perché non ha disponibilità.
A cura di Biagio Chiariello
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Allo Stato è dovuto il risarcimenti per i reati violenti – come l'omicidio – se il colpevole non può farlo. Per questo la Presidenza del Consiglio dei ministri dovrà risarcire 80mila euro ad Anna Maria Giannone, madre di Jennifer Zacconi, 22 enne uccisa al nono mese di gravidanza dal compagno Lucio Niero e sepolta in una buca a Olmo di Martellago (Venezia). L'uomo è stato condannato a 30 anni di reclusione, ma la famiglia della giovane non ha mai visto un euro di risarcimento. Niero, chiedendo il gratuito patrocinio, ammise subito di non essere nella condizione di versare la somma (80 mila euro, appunto) alla famiglia di Jennifer, costituitasi parte civile nel processo. I familiari della vittima si sono così di condannare l'Italia stessa, adducendo il non recepimento della direttiva comunitaria 80 del 2004 che riconosce "alle singole vittime di reati intenzionali violenti, alle quali non sia stato possibile conseguire il risarcimento del danno del reo, il diritto a percepire dallo Stato membro di residenza l'indennizzo equo e adeguato". E un giudice di Roma ha dato loro ragione. Il risarcimento è stato concesso alla madre di Jennifer, non al nonno, mentre la Presidenza del Consiglio, ma non il Ministero, è tenuta al risarcimento perché gli spetta "la responsabilità per l'attuazione degli impegni assunti nell'ambito dell'Unione europea".

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