13.322 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Covid 19

“Oggi ho capito perché quelli che ricevono il vaccino anti-Covid lo esibiscono con un selfie”

Ilaria Donadio è una dottoressa del Policlinico di Bari. Nel suo post su Facebook con la foto della vaccinazione ha voluto rispondere alle critiche di quanti ritengono che non sia opportuno immortalare il momento con uno scatto da condividere sui social: “Cosa c’è nel siero antiCovid? I baci e gli abbracci dimenticati, le gite, gli anziani a capotavola a Natale”
A cura di Biagio Chiariello
13.322 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

"Oggi ho capito perché quelli che ricevono il vaccino anti Covid 19 lo esibiscono con un selfie", Cosa c'è all'interno? "I baci e gli abbracci dimenticati, le gite scolastiche, gli anziani a capotavola nel giorno di Natale". Così Ilario Donadio, medico del Policlinico di Bari, al lavoro in prima linea nella lotta al Coronavirus come anestesista nel reparto Rianimazione Covid dell'ospedale del capoluogo di regione. La dottoressa si è fatta scattare una foto mentre è stesa sul lettino e riceve il siero Pfizer BioNtech e ha voluto rispondere alle critiche di quanti ritengono che non sia opportuno immortalare il momento con un selfie o un semplice scatta da condividere sui socia: "Nel momento in cui abbiamo sentito il liquido entrare nel nostro corpo abbiamo capito che lì dentro c'erano soprattutto i baci e gli abbracci dimenticati – dice la dottoressa – le gite scolastiche, gli anziani a capotavola il giorno di Natale, le mense affollate".

Donadio fa un elenco di tutto quello cui ogni essere umano ha dovuto rinunciare, a causa della pandemia di Covid-19.

"C'erano i ragazzi con lo zaino sulle spalle, i cinema all'aperto, i teatri pieni e il concerto di Vasco che dall'alto sembravamo tanti puntini attaccati. C'era la tavolata di amici al ristorante, prendo la pizza diversa dalla tua così ce la dividiamo, il viaggio a Tokyo senza prenotare, la cena con i compagni del liceo che in fondo siamo sempre gli stessi e la libertà di poter rimanere a casa che poi, chi ci rimane più, dentro quelle quattro mura? C'era il lavoro, gli aerei che ripartono e le stazioni piene".

"Sono i gesti del quotidiano che fino all'altro giorno erano scontati, fatti con superficialità, e che adesso – alle prese con distanziamento sociale, mascherine e igienizzanti – sembrano inimmaginabili. Eppure sono lì che aspettano di essere rivissuti, magari con maggiore consapevolezza e gioia. Sono piccole e grandi cose, quelle che la dottoressa Donadio elenca nel post: una stretta di mano per presentarsi a uno sconosciuto, la palestra ‘con l'odore di sudore', le candeline soffiate su una torta e poi tutti a mangiare la propria fetta incuranti degli sputi" prosegue. È mancato quindi "il rossetto rosso che più rosso non si può", come sono mancati "i visi tutti interi" e "gli insegnanti che parlavano zigzagando fra i banchi", e ancora "i vecchi accuditi e coccolati che raccontano sempre la stessa storia e sempre nello stesso modo, ma tu l'ascolti come fosse la prima volta".

 "C'era il senso di altruismo perché il vaccino si fa per se stessi, ma soprattutto per gli altri – è la conclusione del suo post – e c'era quel senso di pace che si impossessa di te quando stai lavorando per tutti. Ecco perché chi si vaccina lo fa vedere. Perché in quel momento abbiamo vissuto un bellissimo viaggio e, soprattutto, perché ve lo auguriamo con tutto il cuore"

13.322 CONDIVISIONI
32804 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views