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Nuoro, in ospedale con codice verde: Francesca muore in attesa, nuova perizia

Il Gip del Tribunale di Nuoro ha disposto una nuova perizia per cercare di fare finalmente luce sulla morte di Francesca Debuggias, 23enne nuorese scomparsa nel luglio di due anni fa per una ischemia cerebrale dopo sei ore di attesa al pronto soccorso dove le avevano dato codice verde.
A cura di Antonio Palma
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Era arrivata in ospedale accusando un fortissimo mal di testa ma al pronto soccorso il suo caso era stato ritenuto non grave e le era stato dato un codice verde. Dopo aver aspettato a lungo su un lettino, però, le sue condizioni si erano aggravate improvvisamente fino a portarla alla morte per un ictus poche ore dopo. Ora sulla improvvisa morte della giovane 23enne nuorese Francesca Debuggias, il gip del Tribunale di Nuoro Claudio Cozzella ha disposto una nuova perizia per cercare di fare finalmente luce sull'accaduto. I fatti risalgono al 19 luglio del 2017 quando la ragazza si era presentata di notte al pronto soccorso dell'ospedale San Francesco di Nuoro per un forte mal di testa. Le era stato dato un codice di priorità basso ma dopo alcune ore di attesa la situazione è peggiorata repentinamente e, nonostante i tentativi di salvarla, la donna è morta, erano passate sei ore circa dall'ingresso in ospedale.

Come stabilito dalla successiva autopsia, la 23enne è stata vittima di una ischemia cerebrale ma fin dal primo momento la sua famiglia ha chiesto di fare chiarezza su quanto accaduto presentando un esposto in Procura. Tutti gli  accertamenti documentali svolti però non hanno chiarito se la donna poteva salvarsi o meno  in quel lasso di tempo trascorso in attesa al pronto soccorso. Secondo l'inchiesta interna dell'ospedale, non ci sarebbe stata alcuna negligenza, si tratterebbe di una morte inevitabile. Anche la Procura aveva chiesto l'archiviazione dell'inchiesta non ravvisando dai documenti acquisiti eventuali mancanze da parte dei medici.

La  richiesta di archiviazione però era stata già respinta dal gip che aveva disposto invece ulteriori indagini rilevando la "mancanza di documentazione potenzialmente rilevante ai fini della questione per cui si procede nonché l'assenza di sommarie informazioni che potrebbero fornire ulteriori informazioni". Una prima perizia ha escluso la colpa dei medici, ma non ha chiarito i dubbi sull'attesa della ragazza. Per i familiari infatti fondamentale è proprio il ritardo nelle terapie visto la ragazza stava molto male e nessuno ha capito la gravità della situazione

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