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Non solo “due fette di mortadella”, cosa è emerso dall’indagine condotta dall’azienda

I risultati dell’indagine interna alla Coop Agricola Tre Valli di Reggio Emilia non parlano solo di “due fette di mortadella di scarto”, come sostenuto la settimana scorsa da uno dei dipendenti sospesi. Ma di furti abitudinari da parte di alcuni dipendenti.
A cura di Lorenzo Bonuomo
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Foto d'archivio
Foto d'archivio

La bomba mediatica era esplosa la scorsa settimana, in seguito a un'intervista rilasciata a Il Resto Del Carlino di un dipendente della Coop Agricola Tre Valli di Correggio, in provincia di Reggio Emilia, affiliata al Gruppo Veronesi (proprietario di marchi quali Aia e Negroni).

L'uomo aveva accusato la direzione di aver sospeso lui e un altro operaio soltanto per aver mangiato dei prodotti di scarto durante la pausa pranzo.

L'intervistato aveva anche affermato che quella fosse una pratica diffusa tra i dipendenti e tollerata dalla ditta (cosa però non confermata dai colleghi, che avevano preso le distanze dall'affermazione).

Ma i risultati dell'indagine interna condotta dall'azienda dicono ben altro: non si trattava solo di "due fette di mortadella destinate allo scarto", ma di veri e propri furti di denaro e "intere confezioni di cibo", venivano compiuti di routine tra ambienti di lavoro e spogliatoi della ditta da parte di alcuni dipendenti. E a quanto pare, non erano solo in due: in totale, sono risultati essere ben dieci gli operai finiti nel mirino della direzione aziendale. Colpiti a vario titolo da diversi provvedimenti sanzionatori.

L'investigazione interna era stata avviata alcune settimane fa, in seguito alle segnalazioni di misteriose sparizioni di somme di denaro e prodotti alimentari. La direzione aveva dunque installato una serie di telecamere nascoste nel tentativo di individuare i responsabili.

"Dalle indagini sarebbero emersi elementi che proverebbero, da parte di sette dipendenti, azioni tese a sottrarre e portare all’esterno beni di produzione aziendale senza nessuna autorizzazione", spiegano i sindacati Fai e Flai in un comunicato stampa diffuso dopo le riunioni con la direzione della Tre Valli dello scorso 16 settembre.

"È stato segnalato anche il coinvolgimento di altri tre dipendenti, che in modo abituale avrebbero consumato negli spogliatoi confezioni di affettati sottratti dalla produzione senza autorizzazione”, comunicano sempre le associazioni di tutela.

La sede della Coop Tre Valli di Correggio (Fonte: Google Maps)
La sede della Coop Tre Valli di Correggio (Fonte: Google Maps)

Tra i sette dipendenti sanzionati per aver rubato beni di produzione alla ditta, quattro di loro si sono dimessi volontariamente, due hanno ricevuto una contestazione nella giornata di venerdì 16 settembre e, sempre nella stessa data, uno ha ricevuto una lettera di licenziamento. Questi i provvedimenti aziendali presi dalla Tre Valli, a seguito delle analisi delle immagini riprese dagli strumenti di videosorveglianza.

“I tre lavoratori che avrebbero consumato le confezioni di affettati, invece, non saranno licenziati ma saranno multati con la sanzione minima prevista dal CCNL", si apprende sempre dal comunicato. Provvedimento che, da contratto, può variare dal semplice richiamo verbale alla sospensione da 1 a 3 giorni lavorativi.

Uno di questi, in base a quanto ha riferito a Fanpage.it Giovanni Velotti, il segretario provinciale di Flai Cgil di Reggio Emilia, dovrebbe essere rientrato già questa mattina a lavoro. Resta da vedere chi, tra i sanzionati, farà ricorso tramite i propri legali contro le decisioni della Tre Valli.

Non solo quindi piccole e occasionali sottrazioni di prodotti destinati allo scarto, ma veri e propri furti abitudinari di beni di produzione aziendale. "Si prendevano prodotti aziendali (vaschette, denaro n.d.r.), ma questa da parte di alcuni dipendenti era diventata un'abitudine – racconta sempre Velotti – pensavano di poter prendere dei prodotti e mangiarli negli spogliatoi. Senza dire niente a nessuno. Anche nei casi in cui lo avessero fatto in buona fede, non è così che funziona. Altri ancora magari utilizzavano i beni sottratti per altri usi".

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