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Neonato abbandonato a Catania, parla il carabiniere che l’ha salvato: “Era sveglio e non piangeva”

Giuseppe Bonaventura è uno dei carabinieri di Catania che, ieri pomeriggio, hanno salvato un bambino abbandonato dietro a un muretto crollato. “Non sono cose che capitano tutti i giorni – dice a Fanpage.it – Da genitore, ero particolarmente emozionato”.
A cura di Luisa Santangelo
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In via Rametta, a Catania, c'è un immobile del Comune destinato a un progetto che si chiama "Investiamo nel nostro futuro". Sembra una beffa dato che lì di fronte, ieri pomeriggio, c'era una cesta con un neonato abbandonato. L'insegna è sbiadita e il muretto di contenimento che separa la struttura dalla strada è crollato un paio di giorni fa, dopo che un'automobile ci ha sbattuto contro e lo ha distrutto. Lì, tra i mattoni abbattuti, una donna ha creduto di sentire il miagolio di alcuni micini. E invece, avvicinandosi, ha scoperto che era il pianto di un bambino, abbandonato in una coperta ancora sporca di sangue, col cordone ombelicale strozzato con una molletta da bucato.

Il luogo in cui era stata posta la cesta con il neonato
Il luogo in cui era stata posta la cesta con il neonato

"Erano circa le 16.15 quando la centrale operativa ci ha segnalato la presenza della cesta", spiega a Fanpage.it Giuseppe Bonaventura, vicebrigadiere dei carabinieri e capo dell'equipaggio che ieri è arrivato per primo sul posto. "Non era visibile dalla strada, era dietro a un muretto ma accessibile a tutti". Uno spazio un po' riparato dal sole, di fronte a una struttura comunale e accanto a un altro centro destinato ad attività sociali. Via Rametta, per quanto sia una strada molto stretta e poco conosciuta, è abbastanza trafficata. Quando Bonaventura e i colleghi arrivano di fronte alla cesta, il bambino è sveglio e non piange. "Aveva un colorito roseo e gli occhi aperti – ricorda il militare – sembrava in buona salute e aveva il cordone ombelicale strozzato con una molletta da bucato".

Il vicebrigadiere Giuseppe Bonaventura
Il vicebrigadiere Giuseppe Bonaventura

Quando i residenti hanno capito cosa stava succedendo, si sono subito prodigati. Prima è arrivata una coperta pulita per avvolgerlo, poi la cesta è stata spostata dentro alla vettura dei carabinieri, al chiuso, nell'attesa dell'arrivo dell'ambulanza. "Non è una cosa che succede tutti i giorni – prosegue il carabiniere – Io ero emozionato, perché una creaturina così piccolina, lasciata lì… Anche da genitore, è una cosa che ti tocca particolarmente".

Arrivato all'ospedale Garibaldi Nesima di Catania, il bambino è stato visitato. "Lo abbiamo raggiunto anche noi: stava bene, ci hanno detto i medici, e la gravidanza era stata portata a termine". Il piccolo, insomma, è in buona salute. Nonostante le difficoltà affrontate nelle prime ore di vita sia da lui sia da chi lo ha partorito. La mamma rischia una denuncia per abbandono di minore, nel caso venisse identificata. "Gli accertamenti sono tutt'ora in corso, d'intesa con la procura della Repubblica", afferma il colonnello Piercarmine Sica, comandante del Reparto operativo di Catania. "Al momento non ci sono elementi particolarmente utili", prosegue.

Nella zona non ci sono molte telecamere di videosorveglianza, è un quartiere popolare e tranquillo, fatto per lo più di abitazioni private. Ma al di là dello scalpore per l'abbandono di un neonato, il colonnello invita a guardare la storia da un altro punto di vista: "Il fatto è grave, sì – conferma – Ma dietro a vicende come questa è giusto ricordare che c'è sempre una storia di disagio e sofferenza". C'è una "complessa vicenda umana, che si può spiegare solo alla luce di fattori sociali, economici e psicologici in contesti spesso, ma non sempre, degradati". In altri termini: chi sia la madre, quanti anni abbia e come viva sono tutte informazioni che non ha nessuno, al momento.

"Ci sono strumenti di legge che permettono alle mamme di partorire in anonimato in ospedale, in completa sicurezza per sé e per il bambino. Le condizioni di questo nenonato ci lasciano presupporre che il parto sia avvenuto poche ore prima del ritrovamento, non al massimo delle condizioni igienico-sanitarie", conclude Sica. "Ma la notizia più importante, per noi, è che il bimbo stia bene".

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