164 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Ndrangheta, il pentito Cortese rivela: “Le famiglie mafiose si crescevano carabinieri e poliziotti”

Le rivelazioni del boss Maurizio Cortese, l’ex reggente della cosca Serraino che ha scelto di collaborare con la giustizia: le famiglie mafiose “prendevano i carabinieri o i poliziotti e se li crescevano”, così ha descritto al sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria la figura di Mimmo Morabito.
A cura di Susanna Picone
164 CONDIVISIONI
Immagine

Le famiglie mafiose "prendevano i carabinieri o i poliziotti e se li crescevano". A pronunciare queste parole è stato il boss Maurizio Cortese, ex reggente della cosca Serraino che nei mesi scorsi ha deciso di collaborare con la giustizia e ha iniziato a parlare. Il pentito ha descritto al sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Stefano Musolino, la figura di Mimmo Morabito, uno degli imputati del processo "Pedigree". Parlando di lui, Cortese non ha dubbi e infatti, già nel verbale del 25 agosto scorso, al procuratore Giovanni Bombardieri e al pm Musolino aveva detto: "È massone Mimmo. Ho visto il libretto io, ho visto il libretto io, avete capito?". "In ogni famiglia avevano determinate persone. – così poi nell'interrogatorio del 28 settembre 2020 – determinate persone come Morabito, anzi pure peggio, cioè che praticamente avevano questi rapporti con le forze dell'ordine. Praticamente prendevano i carabinieri o i poliziotti e se li crescevano. Li facevano crescere loro".

Il collaboratore di giustizia ha spiegato anche come queste famiglie si muovevano: "Allora prendevano, prendevano un carabiniere così no e magari gli facevano fare dei ritrovamenti, gli facevano fare per dire cioè… a me avete visto chi mi ha preso Dottore? Dei carabinieri quei ragazzini là, quei dementi ragazzini. A me mi doveva prendere Maugeri, invece hanno fatto, la mia cattura gliel'hanno fare a questi… proprio ragazzini”.

Il pentito ha parlato anche di Sebi Vecchio, ex assessore comunale di Reggio Calabria e poliziotto, arrestato a ottobre e oggi collaboratore di giustizia: “Quando ero latitante, avevo degli accordi lavorativi con Sebi Vecchio. Io dovevo dormire con sette cuscini".

164 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views