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Naufragio Costa Concordia, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha confermato la condanna a Schettino

I giudici di Strasburgo hanno rigettato il ricorso contro la sentenza a 16 anni di reclusione, che l’ex comandante della Costa Concordia Francesco Schettino sta scontando.
A cura di Annalisa Girardi
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La Corte europea dei diritti umani ha confermato la condanna a Francesco Schettino per il naufragio della Costa Concordia, in cui hanno perso la vita 32 persone. I giudici di Strasburgo hanno rigettato il ricorso contro la sentenza a 16 anni di reclusione: "La Corte giudica, alla luce dell'insieme degli elementi in possesso, che i fatti denunciati non rivelano alcuna apparente violazione di diritti e libertà", afferma la Corte. Il naufragio davanti all'isola del Giglio era avvenuto il 13 gennaio del 2012. Nel 2018 i legali dell'ex comandante avevano presentato ricorso contestando una violazione dei suoi diritti fondamentali. Ritenevano che sulle sentenze italiane avesse pesato troppo l'esposizione mediatica. Tuttavia, secondo la Cedu, non è così.

Per la giudice europea Alena Polackova non c'è stata alcuna violazione. Lo stesso ricorso era stato prima presentato anche dalla Corte d'appello di Genova, ma anche in quel caso era stato respinto. Così i legali di Schettino aveva deciso di rivolgersi a Strasburgo. A luglio l'avvocato Saverio Senese aveva presentato un sollecito in merito al ricorso, presentato appunto ormai diversi anni prima.

Ci sarebbe però un tassello mancante. Secondo quanto riporta il quotidiano La Nazione, la sentenza europea sarebbe in realtà datata 13 gennaio 2022, il giorno in cui si ricorreva il decimo anniversario del naufragio. Ma, appunto, ci sarebbe stato un ritardo nel recapito della sentenza. "Vogliate comunicare gli estremi della raccomandata e le generalità di chi l'avrebbe ritirata, per conto e in nome del sottoscritto, visto che io non ho ricevuto alcuna missiva", ha lamentato l'avvocato. Oltre a queste parole, però, nessun commento da parte di Schettino o del suo team sulla sentenza in sé. L'ex comandante rimane quindi detenuto nel carcere di Rebibbia dal 2017.

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