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Natale, il pranzo arriva a domicilio per le famiglie indigenti

Sarà un Natale diverso, ma non per questo meno solidale. A Casalecchio di Reno (Bologna), diverse associazioni di volontariato hanno unito le forze per consegnare il pranzo di Natale a casa di 36 famiglie di indigenti. Un’iniziativa più che simbolica, che serve a non far sentire abbandonato chi è maggiormente in difficoltà. Viaggio con la Pubblica Assistenza nel Villaggio solidale di Villa Magri, insieme ai volontari della Croce Rossa e degli Amici dell’Acquedotto.
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A Casalecchio di Reno (Bologna), il Covid non ha fermato la solidarietà durante il periodo natalizio. Al contrario, l'ha incentivata. Il 20 dicembre la Pubblica Assistenza, la Croce Rossa Italiana e il centro sociale Gli Amici dell'Acquedotto hanno unito le forze per consegnare i pasti preparati il giorno prima a 36 famiglie indigenti residenti nel Comune.

"Un'iniziativa a cui teniamo molto, che si iscrive in un contesto più ampio di presa in carico delle situazioni più gravi da parte delle associazioni e del Comune", precisa l'assessore al welfare di Casalecchio di Reno Massimo Masetti, venuto a controllare che tutto si svolga in maniera fluida insieme al sindaco Massimo Bosso. Grazie anche alla collaborazione di EmilBanca, sono stati preparati 36 pranzi a base di lasagne (tradizionali e vegetariane per le famiglie musulmane), pollo con patate, frutta e un dolce tradizionale dell'Emilia. A partire dalle 8 di mattina, i volontari accorrono al centro sociale Gli Amici dell'Acquedotto per finalizzare le preparazioni: predisporre i pasti negli appositi sacchetti e caricarli sui 14 furgoni della Pubblica Assistenza pronti a partire.

Associazione di associazioni

"Era importante dare un segnale forte di presenza a queste famiglie in grave difficoltà", spiega Lorenzo Gallo, Presidente della Pubblica Assistenza di Casalecchio di Reno, che per tutta la mattinata non smette di coordinare i lavori e assicurarsi che ognuno abbia qualcosa da fare. "Il Natale è un momento che abbiamo sempre passato in comunità. – Continua – Fino all'anno scorso si pranzava tutti insieme, con chi voleva, all'interno del centro sociale. Naturalmente il pranzo veniva offerto e quello era un momento importante di condivisione e vicinanza. Oggi la pandemia ci ha sequestrato quel tipo di convivialità, ma ci siamo inventati un metodo alternativo per non lasciare solo chi ha più bisogno".

"Nulla di tutto questo sarebbe stato possibile senza la comunione di intenti che, dall'inizio della pandemia, si è creata tra le varie associazioni del nostro territorio, che prima operavano separatamente", sottolinea Angela Nasi, infaticabile volontaria della Croce Rossa. "Mentre prima ogni piccola realtà di volontariato coltivava il proprio cortile, dopo il Covid abbiamo capito che avevamo bisogno gli uni degli altri per offrire servizio e sostegno alle centinaia di persone in stato di povertà che, per un motivo o per l'altro, non potevano più uscire di casa".  Pandemia, lockdown e quarantena, hanno messo a dura prova le famiglie che già prima del Covid non riuscivano ad arrivare a fine mese.

Molti "nuovi poveri" sono stati segnalati ai servizi sociali. Gli "indigenti del Covid" costituiscono una fetta importante della comunità di persone di cui si fanno carico le associazioni di volontariato. Oltre al pranzo di Natale, le cui consegne sono state effettuate in perfetto orario il 20 dicembre 2020, un'altra iniziativa portata avanti dalla Pubblica Assistenza di Casalecchio è il Last Minute Market. Da inizio emergenza (salvo durante lockdown nazionale), ogni mercoledì le famiglie selezionate dal Comune possono recarsi presso la sede della PA e raccogliere i pasti preparati per loro dai volontari. E' stato inoltre approntato un sistema di tesseramento in convenzione con l'Emporio Solidale che permette agli indigenti di fare la spesa gratuita presso il suddetto supermercato.

L'importanza del territorio

"Personalmente mi ritengo fiero dell'organizzazione delle varie associazioni del Comune di Casalecchio in questo periodo difficile", afferma il Sindaco Massimo Bosso. Continua: "Se c'è una cosa che la pandemia ci ha insegnato è proprio l'importanza dei territori e della loro capacità o meno di intervenire sul tessuto sociale proponendo soluzioni e creando opportunità, laddove le istituzioni statali o regionali farebbero più fatica a produrre effetti immediati". E conclude: "Noi siamo riusciti a trovare questa sinergia tra pubblico e privato, di cui vado particolarmente fiero".

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