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Napoli, violenza contro i conducenti dei bus: 40 persone in ospedale nel 2013

L’ultima questa mattina: gli autobus non arrivano e il passeggero si avventa sul conducente prendendolo a schiaffi. Il problema? I lavoratori accusano: “Mancano i mezzi, sono insicuri e malridotti”
A cura di Gaia Bozza
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Non passa il bus? Ti prendo a schiaffi. Accade a Napoli: questa mattina, alle 6.30, un autista dell'Anm, l'azienda di trasporto di Napoli, è stato aggredito a Scampia. Un passeggero, inferocito per il ritardo di due autobus, si è avventato sul conducente e lo ha aggredito con diversi schiaffi. Risultato: ospedale e sette giorni di prognosi per il lavoratore. E' la seconda aggressione in due giorni e si inquadra in un contesto allarmante per la sicurezza di utenti e lavoratori: nel 2013 ci sono stati più di  170 gli episodi di violenza, aggressioni e teppismo in città, con sassaiole e anche spari che prendono di mira gli autobus. Dei tanti lavoratori aggrediti, poi, nel 40 sono finiti in ospedale con più di 3 giorni di prognosi. Non si contano, ci raccontano, gli insulti e il più becero sessismo nei confronti delle donne.

Il sindaco Luigi de Magistris, a inizio gennaio, aveva promesso nuovi autobus e paventato una mancanza di personale per far fronte alle nuove esigenze. "Il Comune ha avanzato alla Regione la richiesta alla Regione di poter impegnare autisti Eav ma al momento non c'è accordo", aveva detto.  Ma la verità è che mancano i mezzi, avvertono i lavoratori dell'Usb: "Abbiamo segnalato al sindaco, Commissione Trasporti e all'azienda  – spiega Adolfo Vallini, rappresentante sindacale – diverse problematiche, compresa la mancanza di mezzi, la chiusura di stazioni e servizi intermodali". E poi, le aggressioni: "Anche stamattina abbiamo rilanciato il forte impatto, in termini di infortuni, legato alle aggressioni e la mancanza di una vera politica aziendale per contenere e circoscrivere il problema – continua Vallini – Bisogna programmare un reale servizio minimo garantendo le partenze dei bus e la loro regolarità". Ancora, il sindacato propone l'adozione delle cabine protette e una più efficace videosorveglianza.

"I tempi di attesa sulle fermate, a causa della mancanza di una adeguata manutenzione e vetustà dei bus, non fanno altro che far emergere la grave crisi del parco mezzi aziendali e l’assurda propaganda nel millantare, nei confronti dei cittadini, l’arrivo di 12 nuovi mezzi (il 2% della flotta) – leggiamo in una nota – Come se fosse la panacea di tutti i mali, esponendo inutilmente i conducenti a feroci aggressioni da parte di utenti inferociti costretti ad aspettare autobus, per ore, lungo il ciglio di una strada senza la possibilità, in molte zone, di ripararsi dalle intemperie per la mancanza di pensiline". I lavoratori ci raccontano, poi, che ci sono numerose vetture nei depositi. Ferme, con tanto di assicurazione.

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