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Napoli, trans “umiliata” in ospedale: “Denudata davanti a quattro uomini”

La paziente, nata uomo ma divenuta donna, è stata colpita da ictus ed è stata ricoverata all’ospedale Don Bosco. Il dirigente l’ha allettata nel reparto maschile. Il caso è finito in Parlamento.
A cura di Biagio Chiariello
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E' finita in Parlamento la vicenda di una transessuale, costretta a spogliarsi davanti ad altri uomini in una clinica di Napoli. Il deputato di SEL, Alessandro Zan, ha infatti presentato un'interrogazione ai ministri della Salute, della Giustizia e delle Politiche sociali sul caso, denunciato dall'Arcigay di Napoli. Il fatto è avvenuto all'ospedale San Giovanni Bosco, dove la paziente, nata uomo ma divenuta donna, è stata ricoverata a seguito di un ictus. Il dirigente di reparto avrebbe deciso di allettarla nella sezione maschile, poiché il nome e il sesso originari, così come riportati nei documenti di identità, non erano ancora stati rettificati, come scrive Il Corriere della Sera. "Assieme a una collega dell’associazione, appena ricevuta la segnalazione, ci siamo precipitate al presidio ospedaliero per accertarci circa le condizioni di salute della degente. La paziente non è in grado di intendere e rispondere, nemmeno ha l'uso della parola. È sola da diversi giorni, abbandonata a se stessa. E "ovviamente" è stata ricoverata in un reparto maschile" dice Daniela Lourdes Falanga, presidente regionale dell’associazione Arcigay.

Nuovi particolari sono stati diffusi da Zan. "La donna sarebbe stata denudata e sottoposta a lavaggio, alla presenza in stanza di quattro pazienti maschi, senza l'adozione di paraventi o di altre misure idonee a tutelare la sua dignità e la sua riservatezza", spiega in una nota il parlamentare, esponente della comunità Lgbt. "Questo fatto – sottolinea il deputato di SEL – riporta l'attenzione sull'urgente necessità di modificare la normativa nazionale sulla rettificazione di attribuzione di sesso, la legge 164 dell'82, che di fatto subordina la rettifica dell'atto di nascita e del nome alla sola effettuazione dell'invasivo intervento di ‘riassegnazione chirurgica del sesso'". Da qui l'appello al Governo e ai Ministeri affinché valutino "iniziative urgenti atte a superare questa situazione, adottare un approccio più aperto e rispettoso alla materia, in linea con le recenti pronunce della giurisprudenza nazionale".

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