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Matteo Messina Denaro

Morto Matteo Messina Denaro, aveva 61 anni: il boss di Cosa Nostra era malato di tumore al colon

È morto Matteo Messina Denaro, l’ultimo stragista di Cosa Nostra, catturato dopo 30 anni di latitanza il 16 gennaio del 2023. Il superlatitante era da tempo malato di tumore al colon. Le sue condizioni di salute sono peggiorate negli ultimi mesi al 41 bis presso il carcere de L’Aquila. Pochi giorni fa era caduto in coma irreversibile.
A cura di Gabriella Mazzeo
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È morto nella notte Matteo Messina Denaro, boss di Cosa Nostra arrestato il 16 gennaio del 2023 dopo una latitanza durata 30 anni. Il superlatitante è deceduto intorno alle 2 di lunedì 25 settembre all'ospedale San Salvatore de L'Aquila all'età di 61 anni, dopo una detenzione di 8 mesi al 41 bis.

Messina Denaro era malato da tempo di tumore al colon e nell'ultimo periodo le sue condizioni si erano aggravate: dalla sera del 22 settembre era entrato in coma irreversibile. E nel suo testamento biologico aveva fatto esplicita richiesta di non essere più alimentato o rianimato nel caso in cui si verificasse questa eventualità.

Il corpo del mafioso si troverebbe ora in uno dei sotterranei dell'obitorio dell'ospedale aquilano. All'esterno le forze dell'ordine e addetti ai lavori ne presidiano l'ingresso. Sembra che né la figlia Lorenza, riconosciuta in extremis dal boss, né la nipote-avvocato Lorenza Guttadauro, entrambe accorse al suo capezzale, si siano potute avvicinare.

L'arresto, il 41bis e il ricovero

Dopo l'arresto avvenuto a Palermo, Messina Denaro era stato rinchiuso in regime di 41 bis nel carcere dell'Aquila e poi era stato trasferito presso il reparto per detenuti del nosocomio del San Salvatore. Qui era stato sottoposto a un intervento chirurgico per un'occlusione intestinale già l'8 agosto scorso. L'operazione era "perfettamente riuscita", ma i medici avevano dovuto somministrargli la terapia del dolore per lenire le sue sofferenze dovute al tumore al quarto stadio diagnosticato più di due anni fa.

Il boss stragista era stato arrestato nel mese di gennaio proprio in seguito a un blitz effettuato in una clinica privata di Palermo. Messina Denaro continuava a sottoporsi alle cure oncologiche sotto il falso nome di Andrea Bonafede, il geometra della famiglia Bonafede che gli aveva fatto da prestanome.

Grazie all'incrocio di alcuni dati di cartelle cliniche e lunghe indagini portate avanti dalle forze dell'ordine, il boss di Cosa Nostra è stato individuato come paziente della struttura medica privata La Maddalena ed è stato arrestato poco prima di una visita presso la clinica.

Il tumore al colon e le complicanze della malattia

Le condizioni di salute del boss mafioso si erano aggravate negli ultimi mesi, motivo per il quale i suoi legali avevano presentato istanza di ricovero urgente per il trasferimento all'ospedale dell'Aquila per ricevere le cure necessarie. Secondo l'avvocato Alessandro Cerella, le condizioni di salute di Messina Denaro non erano compatibili con il carcere al 41 bis.

Il boss mafioso era stato quindi ricoverato in terapia intensiva ed era stato sottoposto alla terapia del dolore per lenire le sofferenze. In ospedale è rimasto sotto la stretta sorveglianza delle forze dell'ordine. Nello stesso nosocomio dell'Aquila era stato ricoverato anche nel mese di agosto.

Matteo Messina Denaro era affetto da un adenocarcinoma mucinoso colorettale, una forma tumorale che attacca il colon ormai arrivata al quarto stadio. Il boss di Cosa Nostra era stato trasferito dal carcere dell'Aquila in ospedale per essere operato per un'occlusione intestinale. Per il ricovero e il rientro in carcere, erano state messe in atto imponenti misure di sicurezza. Stando a quanto reso noto dai legali, con l'aggravarsi delle sue condizioni di salute, il boss era costretto ad alimentarsi solo con succhi di frutta e integratori.

"Senza malattia non mi avreste preso"

Il latitante era considerato un paziente in gravi condizioni già al momento dell'arresto: il responsabile dell'Oncologia medica della struttura La Maddalena lo aveva visitato sotto il falso nome di Andrea Bonafede dopo un'operazione portata a termine all'ospedale di Mazara del Vallo il 13 novembre del 2020. A gennaio 2021, il responsabile del reparto della clinica parlava di una malattia che aveva avuto "un'accelerazione" negli ultimi tempi. Dopo 4 cicli di chemioterapia, Messina Denaro era stato operato per la resezione delle metastasi al fegato.

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Secondo quanto da lui dichiarato durante un interrogatorio, a "consegnarlo" alle forze dell'ordine sarebbe stata proprio la sua malattia.

"Il selfie con il medico – aveva raccontato per spiegare la natura di uno scatto in cui era ben riconoscibile accanto al dottore che si occupava di lui – è nato perché uno deve pagare dazio. Io ci andavo ogni mese, mi curava lui per la ferita dopo l'operazione al fegato. Per lui era abbastanza grave quella ferita e a un certo punto, visto che ci davamo del tu, mi ha chiesto di fare un selfie. Potevo dirgli di no? Io sono stato costretto al cellulare perché quando vai in ospedale, la prima cosa che ti chiedono è nome, cognome e cellulare. Allora mi sono fatto un telefonino, ma solo per la malattia. Sapevo che andavo a sbattere, ho abbassato di molto le mie difese. Io non voglio fare il superuomo o l'arrogante, ma voi mi avete preso per la mia malattia".

Dopo l'arresto del 16 gennaio, Messina Denaro era stato sottoposto al regime detentivo speciale del 41 bis all'Aquila. In carcere era stato assistito dall'equipe medica dell'ospedale dell'Aquila e poi trasferito per essere operato e fare cicli di chemioterapia. Il boss di Cosa Nostra era stato condannato all'ergastolo in regime di 41 bis come mandante delle stragi del '92.

Per anni Messina Denaro ha vissuto come latitante nella sua stessa Sicilia e poi, forse proprio per via della malattia, è stato individuato dai Ros che per lungo tempo hanno lavorato per colpire la rete di fiancheggiatori che ha consentito al superlatitante di continuare a nascondersi per anni. Dopo mesi di indagini, le autorità sono riuscite ad arrestarlo nel blitz effettuato a fine gennaio nei pressi della clinica.

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