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Matteo Messina Denaro

Stragi del ’92, confermato in appello l’ergastolo per Messina Denaro: il boss “fu uno dei mandanti”

Confermato la condanna di ergastolo per Matteo Messina Denaro. “Fu uno dei mandanti” delle stragi di Capaci e via D’Amelio del ’92: questa la sentenza emessa dalla Corte d’Assise d’appello al processo, arrivata nel giorno del 31esimo anniversario dell’uccisione del giudice antimafia Paolo Borsellino.
A cura di Roberto Marrone
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La Corte d'assise d'appello di Caltanissetta ha confermato l'ergastolo per il boss mafioso Matteo Messina Denaro condannandolo come uno dei mandanti delle Stragi del '92. La sentenza conferma la condanna di primo grado per il capomafia, accogliendo la richiesta dell'accusa rappresentata dai procuratori generali Antonino Patti, Fabiola Furnari e Gaetano Bono. La sentenza di oggi è arrivata nel giorno del 31esimo anniversario della strage di via D’Amelio. I giudici si sono riuniti questa mattina in camera di consiglio e dopo circa sei ore hanno emesso la sentenza definitiva di condanna nei confronti di Messina Denaro. Il boss superlatitante di Castelvetrano fu condannato all’ergastolo per le stragi di Capaci e Via d’Amelio nel 2020.

La sentenza di condanna del boss arriva dopo varie fasi di dibattimento ed in ultimo quella dello scorso 25 maggio 2023 dove l’avvocato d’ufficio Adriana Vella, aveva effettuato la sua arringa difensiva.  Al termine di quell’udienza l’avvocato Vella chiese l’assoluzione del boss. Messina Denaro ha sempre rifiutato di comparire in videocollegamento durante le udienze e anche oggi non era presente. Messina Denaro rimane chiuso in cella al 41 bis nel carcere de L'Aquila da dove aveva inviato un telegramma al suo avvocato d'ufficio complimentandosi per l'arringa: "Del poco che so mi è piaciuta la sua arringa".

Un processo lungo e complesso quello che vedeva imputato il super boss Matteo Messina Denaro arrestato lo scorso 16 gennaio 2023 dopo trent’anni di latitanza. Nello specifico l’accusa era di essere stato tra i mandanti delle Stragi di Capaci e via D’Amelio dove persero la vita i giudici antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Francesca Morvillo e i membri delle loro rispettive scorte. E proprio oggi, giorno in cui si celebrano le commemorazioni in ricordo di Paolo Borsellino e dei membri della scorta morti assassinati il 19 luglio 1992, dall’aula “Costa” del Tribunale di Caltanissetta, arriva la sentenza definitiva emessa dal Presidente della Corte d’Assise d’Appello Maria Carmela Giannazzo. “In nome del popolo italiano la Corte d'Assise d'Appello, visto l'articolo 605 e la sentenza di primo grado appellatta, conferma la sentenza di primo grado e condanna l'imputato al pagamento delle spese processuali e al pagamento dei compensi a tutte le parti civili costituite nel processo ".

Corte d'Assise d'Appello di Caltanissetta
Corte d'Assise d'Appello di Caltanissetta

Il processo aveva visto dapprima la nomina ad avvocato di fiducia della nipote Lorenza Guttadauro, poi la rinuncia della stessa a difendere lo zio, successivamente la nomina ad avvocato d’ufficio di Calogero Montante che però ha rinunciato all’incarico per incompatibilità, oltre che per problemi di salute oltre essere stato minacciato telefonicamente e infine la nomina d’ufficio di Adriana Vella.

L'avvocato Adriana Vella, il Procuratore Antonino Patti
L'avvocato Adriana Vella, il Procuratore Antonino Patti

Presente in aula, oltre agli avvocati delle parti civili, anche il Procuratore Generale di Caltanissetta Antonino Patti e i sostituti procuratori Fabiola Furnari e Gaetano Bono. Si chiude così un altro capitolo della lunga storia sulle Stragi di Capaci e via D’Amelio con una sentenza che assume anche un valore simbolico vista l’importante data odierna.

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