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Morte Attilio Manca, per Commissione Antimafia “fu omicidio legato ai suoi contatti con Provenzano”

Secondo la Commissione parlamentare antimafia la morte del medico Attilio Manca è legata a probabili contatti avuti con Bernardo Provenzano.
A cura di Davide Falcioni
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Attilio Manca
Attilio Manca

"La morte di Attilio Manca è legata a probabili contatti avuti con Bernardo Provenzano". Una "ipotesi assai verosimile" per i membri della Commissione parlamentare antimafia che, dopo averla approvata sul finire della scorsa legislatura, ha reso pubblica la relazione su "Nuovi elementi emersi circa la morte di Attilio Manca", un documento di 136 pagine incentrate sul caso medico specializzato in urologia dell'ospedale di Belcolle, originario di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), trovato senza vita nel 2004 nella sua casa di Viterbo a 34 anni; l'uomo avrebbe negato le cure al superboss corleonese.

La morte di Manca venne attribuita a un'overdose da eroina. Tuttavia i suoi familiari da sempre sostengono la tesi secondo cui sarebbe stato ucciso per coprire un intervento subito da Provenzano a Marsiglia, in Francia. Per la Commissione, però, "non è stato possibile determinare il momento esatto in cui le vite del medico e del latitante si siano incrociate".

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Secondo i membri della Commissione, "nonostante i media abbiano rilanciato, come ipotetico momento di contatto tra Attilio Manca e Bernardo Provenzano, l’operazione chirurgica avvenuta in Francia, le ipotesi non si esauriscono certamente con l’intervento di prostatectomia. Il medico avrebbe potuto, su richiesta della famiglia mafiosa barcellonese, provvedere all’individuazione del chirurgo francese (avendo egli studiato e lavorato in Francia per diverso tempo). Potrebbe essere stato il medico scelto inizialmente dal latitante per eseguire l'intervento e ciò giustificherebbe il rientro di Provenzano in Italia a seguito della biopsia. Potrebbe essere stato il medico a cui si rivolsero esponenti e referenti dell’articolazione barcellonese di Cosa Nostra per effettuare la visita di controllo a tre mesi dall’intervento. Potrebbe essere stato, infine, il medico che, nella situazione d’urgenza in cui venne a trovarsi il boss mafioso, descritta dal collaborante Stefano Lo Verso, ebbe a prestargli le cure d’emergenza".

Il documenti approvato dalla Commissione antimafia è un elemento in più a supporto della tesi della famiglia. Una ricostruzione che, tuttavia, finora non ha mai trovato riscontro nelle varie indagini condotte sul caso. La Commissione scrive che la morte di Manca è "imputabile a un omicidio di mafia" e "l’associazione mafiosa che ne ha preso parte (non è chiaro se nel ruolo di mandante o organizzatrice o esecutrice)" è "da individuarsi in quella facente capo alla famiglia di Barcellona Pozzo di Gotto".

Insomma, per la Commissione antimafia l'omicidio è "l'unica ipotesi ragionevole e priva di contraddizioni con i dati obiettivi delle modalità della morte di Manca, le informazioni fornite dai collaboratori di giustizia, gli elementi raccolti sui contatti fra la latitanza di Provenzano e il territorio di Barcellona Pozzo di Gotto e della provincia di Messina e, infine, le considerevoli opacità su aspetti rilevantissimi riguardanti le cure sanitarie in favore del latitante corleonese".

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