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Morta Mamma Ebe, la santona più famosa e discussa degli anni ’80 e ’90

SI è spenta a Rimini Gigliola Giorgini, 88 anni, meglio conosciuta come Mamma Ebe, sedicente Santona e guaritrice, condannata per associazione a delinquere finalizzata alla truffa. A lei furono dedicai fiumi di articoli e servizi e perfino un film presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1985.
A cura di Giorgio Scura
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RIMINI – Si è spenta ieri, all'età di 88 anni, Gigliola Giorgini, meglio conosciuta come "Mamma Ebe", la Santona di Carpineta. L'anziana donna, malata da tempo, è morta all'ospedale di Rimini.

La sua storia ha riempito pagine e pagine di giornali negli anni '80 e '90, affollato palinsesti tv ed è pure finita al cinema, nel film del regista Carlo Lizzani, presentato anche alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1985.

Ma chi era Mamma Ebe? Un personaggio estremamente discusso, finito più volte al centro della cronaca nera per arresti e accuse. Fino alla condanna a 7 anni di carcere per truffa ed esercizio abusivo della professione medica nel 2008 a Forlì, poi prescritto. La donna, fondatrice della congregazione religiosa "Pia Unione di Gesù Misericordioso", era poi stata arrestata una seconda volta, nel 2010, assieme al marito e a un collaboratore con le stesse accusa più l'aggravante dell'associazione a delinquere. Anche qui arrivò una condanna a 6 anni di reclusione, nel 2016.

Il centro dell'attività criminale era proprio la Pia Unione di Gesù Misericordioso, un ente che in realtà non è mai stato riconosciuto dalla Chiesa. Mamma Ebe prometteva una guarigione a chiunque, soprattutto ad anziani malati, con un mix di farmaci, suggestione e preghiere. E tanti arrivavano a seguire la Santona, spogliandosi di ogni bene.

L'ente, che le autorità ecclesiastiche diffidavano dal frequentare, aveva varie sedi a Rimini, a Vercelli e a Roma. Ai preti fu vietato di dare i sacramenti a Mamma Ebe e ai suoi adepti.

La donna si è sempre difesa dicendo di aver fatto solo «applicazioni con le mani» di «aver sempre dato la benedizione di San Michele Arcangelo a chi andava da lei ed a chi aveva bisogno», e di non aver mai fatto «ricette mediche e prescrizioni di farmaci».

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