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Monitoraggio Iss, indice Rt in calo a 1,08: “Segnali di rallentamento, ma incidenza resta elevata”

“L’indice Rt è in calo: siamo passati dall’1,16 della scorsa settimana all’1.08 attuale e questo è un dato che segna un rallentamento e una riduzione della trasmissibilità, che però rimane sopra 1”: lo ha detto il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, commentando i dati dell’ultimo monitoraggio sull’andamento dell’epidemia di coronavirus.
A cura di Annalisa Girardi
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L'indice Rt inizia a diminuire lievemente nel nostro Paese: "L'indice Rt è in calo: siamo passati dall'1,16 della scorsa settimana all'1.08 attuale e questo è un dato che segna un rallentamento e una riduzione della trasmissibilità, che però rimane sopra 1. Sappiamo che quando siamo sopra quota 1 questo dato tende ad espandersi", ha detto il presidente dell'Istituto superiore di sanità e portavoce del Comitato tecnico scientifico, Silvio Brusaferro, durante la consueta conferenza stampa sul monitoraggio settimanale.

L'Italia è ancora tutta in rosso e in arancione e l'indice Rt inizia a scendere. Anche l'incidenza nazionale è in lieve calo, anche se ben molte Regioni rimangono al di sopra della soglia critica, quella che dovrebbe confermare la zona rossa. A livello nazionale i casi ogni 100 mila abitanti sono in media 247, quindi appena sotto la soglia critica di 250.

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Sono sette le Regioni dove l'indice Rt è sceso sotto quota 1: si tratta di Abruzzo, Basilicata, Umbria, Sicilia, Lazio, Provincia autonoma di Bolzano ed Emilia Romagna (dove però l'incidenza rimane elevata)."Si comincia a vedere un decremento nei casi, specialmente negli operatori sanitari: questo è un effetto della vaccinazione", ha aggiunto il presidente dell'Iss.

Tuttavia Brusaferro ha specificato: "L'incidenza a livello nazionale è ancora molto elevata" e ha chiesto di continuare a rispettare tutte le regole anti-contagio, soprattutto vista la diffusione delle nuove varianti del coronavirus. "C'è una diminuzione dell'incidenza che rimane comunque molto elevata, perché siamo ancora vicini ai 250 casi ogni 100 mila abitanti", ha aggiunto Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione presso il ministero della Salute

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