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Molestie sul bus a Genova, la denuncia di Benedetta: “Ho raccolto 300 testimonianze e 12mila firme”

Benedetta, giovane genovese, ha deciso di lanciare una raccolta firme per chiedere corsi di formazione contro le molestie sessuali per forze dell’ordine, scuole e personale degli autobus di linea locali. “La mia amica del cuore è stata molestata e aveva il cuore spezzato – spiega – così ho chiesto alle donne di raccontarmi le loro storie. In poco tempo ho raccolto 300 testimonianze”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Una storia, questa, che inizia con la confidenza tra due ragazze. Benedetta ascolta la triste esperienza della sua amica del cuore: mentre si recava sul posto di lavoro in autobus, un uomo si è masturbato davanti a lei. Il mezzo era affollato come sempre, ma nessuno ha fatto niente per aiutare la ragazza. Neppure il personale dell'autobus di linea ha fatto nulla per fermare il molestatore. La giovane ha denunciato quanto accaduto alle forze dell'ordine, raccogliendo però soltanto un'alzata di spalle e una frase inopportuna. "Una cosa orrenda, però se lo lasci dire: lei è davvero una bella ragazza" avrebbe detto il carabiniere che l'ha ascoltata. A quel punto, Benedetta Castellaro ha deciso di agire, raccontando la storia della sua amica in un post di Instagram. "Subito è divenuto virale – spiega a Fanpage.it -. Tante ragazze mi hanno raccontato le loro storie e io le ho raccolte, scrivendo una lettera da inviare al sindaco di Genova e al presidente della Regione Toti".

In totale, dice, ha raccolto 336 testimonianze. Tutte le molestie raccontate hanno come scenario proprio Genova. "Ho deciso di creare una raccolta firme, per chiedere alle autorità corsi di formazione sulla violenza e le microaggressioni per le forze dell'ordine, per il personale degli autobus di linea locali e per le scuole". Un'idea, spiega, che ha preso forma dopo aver letto i messaggi di alcuni ragazzini in età scolare che la accusavano di aver inventato tutto. Così Benedetta ha deciso di pubblicare alcune delle storie che ha raccolto. Matilde è stata per la prima volta vittima di molestie sull'autobus all'età di 13 anni. Ha avuto tanta paura da decidere di non raccontarlo a nessuno. A 18 anni, però, un altro episodio che l'ha segnata: un uomo l'ha costretta a masturbarlo, approfittando della folla e del poco spazio a disposizione. Nessuno l'ha soccorsa. Soltanto un'anziana le ha allungato un fazzoletto appena lui è fuggito. "Tieni, pulisciti – le ha detto -. Sono cose che capitano".

"L'uso dei social per parlare di queste cose è molto importante. Ho ricevuto i messaggi di chi non ci credeva, le testimonianze di tante altre donne e lo scetticismo di altre. Con le firme che abbiamo raccolto su Change.org, chiediamo l'istituzione di corsi per educare e fornire delle linee guida di comportamento a chi assiste ad episodi del genere – racconta Benedetta -. In particolare è importante promuoverli per le forze di polizia e per il personale dei mezzi pubblici".

Proprio sulle forze di polizia si è soffermata Benedetta. "Esistono dei protocolli interni per imparare a gestire questo tipo di emergenze, ma ancora tante ragazze raccontano domande inopportune anche nel momento in cui denunciano uno stupro. Questo deve cambiare. Perseguire chi molesta donne e ragazze sugli autobus è molto difficile, la sensibilità però non può mancare. Le molestie, di qualunque tipo, sono un trauma per le giovanissime e costringono tante donne ad avere paura di camminare da sole per strada. Questo genere di esperienze vanno prese per quello che sono: microaggressioni".

La raccolta firme che conta ormai 12mila nomi è arrivata in Consiglio Comunale e in Consiglio Regionale. Il sindaco di Genova e il Presidente della Regione Liguria si sono impegnati per aprire un tavolo di lavoro tra Regione, Centri Antiviolenza, Ufficio Scolastico Regionale, Università e forze dell'ordine. L'obiettivo sarà quello di programmare azioni di sensibilizzazione e formazione rivolte alla cittadinanza ligure.

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