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Marche, favori e tangenti sugli appalti: funzionario corrotto con olio d’oliva e legna da ardere

Un funzionario della Regione Marche ha favorito delle imprese in appalti pubblici milionari in cambio di scorte di legna per l’inverno, olio d’oliva e la festa di laurea della figlia.
A cura di Davide Falcioni
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Un funzionario della Regione Marche è stato condotto in carcere e sette imprenditori, residenti nelle province di Ancona, Ascoli Piceno e Arezzo, sono stati posti agli arresti domiciliari in esecuzione di misure cautelari disposte dal gip del Tribunale di Ancona nell'ambito di un'inchiesta iniziata nel 2021, condotta dai carabinieri forestali e coordinata dalla Procura della Repubblica. Le indagini riguardavano un presunto giro di tangenti atte a pilotare le gare di appalto e affidamenti di lavori della Regione (ex Genio civile), per interventi lungo i fiumi relativi a manutenzione idraulica con tagli di vegetazione per ricavare biomasse combustibili. Complessivamente sono 24 le persone indagate a vario titolo per corruzione, turbativa d'asta, truffa aggravata ai danni della Regione Marche, falso documentale e rivelazione di segreti d'ufficio da parte di pubblico ufficiale. Perquisiti 26 siti, tra sedi di società, un ufficio della Regione a Pesaro, e 15 case.

Le indagini condotte dai carabinieri forestali di Ancona e Ascoli

Le indagini hanno avuto inizio un anno fa dopo una serie di attività investigative condotte dai Carabinieri Forestali di Ancona e Ascoli Piceno, i quali avevano denunciato l’esecuzione di alcuni interventi sui fiumi per finalità di contrasto al rischio idraulico e al dissesto idrogeologico, compresi ingenti tagli della vegetazione ripariale, in spregio delle normative paesaggistiche ed ambientali. Secondo i militari, le cui ipotesi poi hanno trovato conferma anche dai Consulenti della Procura di Ancona, gli interventi avevano pregiudicato in modo sostanziale la salubrità degli ecosistemi fluviali al solo scopo di ricavare massimi profitti dalla commercializzazione del legname prodotto dagli interventi. L’inchiesta è scaturita dall’analisi organica delle informative di reato presentate nelle diverse province a seguito della quale la Procura di Ancona ha iniziato approfondimenti più incisivi che hanno portato a ipotizzare un sistema consolidato di “favori e tangenti”.

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Dei 24 indagati, 10 imprenditori residenti nelle province di Ancona, Ascoli Piceno, Pesaro Urbino e Arezzo, e un funzionario della Regione Marche (ex Genio civile) di Pesaro Urbino devono rispondere dell'accusa di corruzione. Sarebbero infatti numerosi gli indizi di tangenti in denaro e in utilità percepite dal funzionario per fornire agli imprenditori informazioni utili a condizionare gli esiti delle gare di appalto. Il funzionario arrestato, in concorso con due colleghi impiegati in Provincia di Pesaro Urbino, si sarebbe prodigato anche per consentire a una delle società corruttrici di aggiudicarsi il ribasso d’asta per un lavoro in provincia di Pesaro Urbino attraverso false integrazioni di lavori, in realtà mai realizzati, ma regolarmente liquidati dalla Regione Marche.

Tra gli indagati per turbativa d’asta, anche 2 funzionari della Regione Marche (ex Genio Civile) di Ascoli Piceno che avrebbero condizionato l’esito di una importante gara del valore di 900mila euro per lavori su aste fluviali da eseguirsi nel Comune di Ripatransone (Ap). Dalle indagini condotte dai Carabinieri Forestali, è emerso come i due imprenditori ascolani arrestati, dopo essere venuti a conoscenza del bando di gara, avrebbero individuato delle società conniventi alcune delle quali contattate dal funzionario della Regione (ex Genio civile) di Pesaro, con le quali si sarebbero accordati per presentare un’offerta pilotata e quindi aggiudicarsi l’appalto: il tutto in concorso con i funzionari ascolani che si adoperavano per invitare a presentare le offerte proprio alle società indicate dagli imprenditori stessi.

Legna da ardere, olio e un'auto: così si è fatto corrompere un funzionario

Le indagini hanno portato a ipotizzare turbative e corruzione in almeno cinque lavori pubblici, appaltati dalla Regione, dei quali 2 in provincia di Ancona, 2 in provincia di Pesaro Urbino e 1 in provincia di Ascoli Piceno, per un importo superiore a 1.200.000 euro. In particolare, il funzionario arrestato, anche con la collaborazione di altri due colleghi – non indagati per corruzione ma per falso e rivelazione di segreti d’ufficio – si sarebbe impegnato per favorire le imprese "amiche" condizionando gli esiti delle gare attraverso rivelazione di informazioni riservate. I vantaggi per il funzionario accusato di corruzione, offerti dagli imprenditori coinvolti, sarebbero consistiti in forniture di legna da ardere, nell’uso di un'automobile con spese per carburante e altro a carico dell’imprenditore, nel pagamento di una festa di laurea, in pranzi e cene al ristorante, oltre che interventi di riparazione meccanica ed elettronica delle auto, forniture di telefoni e tablet e di un ingente quantitativo di olio extravergine d’oliva di produzione locale.

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