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“Mamma, tranquilla. Faccio solo un giro”. Luca morto in moto a 17 anni: comprata col primo stipendio

Era il suo sogno quella Honda, regalo di Natale che si era voluto fare. Comperata il 23 dicembre, con il suo primo stipendio. Il giorno dopo, Luca Pezzutti, il 17enne, elettricista di Pescincanna di Fiume Veneto (Pordenone), in Friuli, l’ha provata ed è morto. Sua madre stava preparando il pranzo di Natale quando è stata informata del dramma.
A cura di Biagio Chiariello
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“Mi ha salutata dandomi un abbraccio. Mi ha detto di stare tranquilla, che sarebbe tornato presto. Adesso mio figlio non c'è più”. E’ devastata dal dolore Erika Dalla Torre, la mamma di Luca Pezzutti, il 17enne, elettricista di Pescincanna di Fiume Veneto (Pordenone), in Friuli, morto in un incidente con la moto da cross, una Honda, regalo di Natale che si era voluto fare. Il ragazzo aveva provato subito il ciclomotore, Stava percorrendo via Viatta, a due chilometri da casa, quando ha perso il controllo della Honda ed è andato dritto contro il trombotto di un fosso. Luca , è morto così, praticamente sul colpo, mentre guidava felice.

Sua madre Erika stava preparando il pranzo del 25 dicembre, quando ha sentito suonare il campanello. Pensava fosse qualche vicino, invece al cancello ha trovato due agenti della Polstrada di Spilimbergo, arrivati per informarla della tragedia. La donna non ci ha voluto credere subito. Solo quando è arrivata in via Viatta, ha capito che suo figlio era morto. “Con il suo primo stipendio ricorda la madre tra le lacrime aveva deciso di farsi un regalo per Natale: amava i motori e soprattutto le moto da cross. Ne voleva una, esattamente come quella che aveva suo papà Alessandro, e se l'era comprata. Era al settimo cielo, non vedeva l'ora di provarla” racconta al Gazzettino.

Il 17enne era andato a ritirare la moto il 23 dicembre. Il giorno dopo è morto. La mamma si dispera: “Gli avevo detto di aspettare suo padre, che sarebbe tornato a casa nel pomeriggio. Ma lui aveva fretta, gli brillavano persino gli occhi al solo pensiero di metterla in moto. Si è avvicinato e sorridendo mi ha detto: dai cicciona (era il modo affettuoso che aveva per chiamare la mamma, ndr) solo un giretto. La provo qua vicino e poi torno a casa. Prima di andare via mi ha abbracciata e mi ha dato un bacio. Ero tranquilla, sapevo di avere un figlio con la testa sulle spalle, che non faceva niente senza prima aver chiesto il permesso. E invece me l'hanno portato via per sempre”.

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