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Maltratta la compagna per anni e la minaccia: “Ti faccio fare la fine di Piera Napoli”, arrestato

Un uomo di 43 anni è stato arrestato a Palermo dopo essere stato denunciato dalla compagna che da anni subiva i suoi maltrattamenti. Nel corso di una delle ultime liti l’uomo ha poi pronunciato una minaccia che ha raggelato la donna e l’ha convinta a rivolgersi alla polizia: “Ti faccio fare la fine di Piera Napoli”, la cantante neomelodica uccisa a coltellate dal marito lo scorso 7 febbraio proprio a Palermo.
A cura di Ida Artiaco
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Ha maltrattato per anni la compagna fino all'ultima minaccia: "Ti faccio fare la fine di Piera Napoli", la cantante neomelodica uccisa a coltellate dal marito lo scorso 7 febbraio a Palermo. Così è finito in manette un 43enne residente sempre nel capoluogo siciliano: a lanciare l'allarme è stata la sua vittima, corsa al commissariato Zisa Borgo Nuovo per denunciarlo dopo aver sentito il nome di quell'ennesima protagonista di femminicidio consumatosi in Italia e accostato a lei. La donna si è presentata in commissariato insieme ai figli e ha raccontato agli agenti di essere stata per almeno 7 anni vittime di maltrattamenti, ingiurie, vessazioni e minacce di morte. L'aggressore, per altro, è stato condannato già in passato per diversi reati, anche per maltrattamenti nei confronti di un'altra donna.

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Dopo aver subito per anni la sua violenza, verbale e fisica, nel corso di una delle ultime liti l'uomo ha pronunciato quella minaccia che ha raggelato la donna. Piera Napoli è stata infatti ammazzata a 32 anni dal marito, Salvatore Baglione, 37, che ha poi confessato l'omicidio. Il corpo della donna è stato ritrovato dai carabinieri nel bagno di casa, in via Vanvitelli, nella borgata popolare di Cruillas a Palermo. "L’ho uccisa dopo che mi ha detto di non amarmi più", ha detto agli inquirenti. "Mi tradiva da qualche mese e mi ha detto di non amarmi più", ha aggiunto. Dopo aver massacrato Piera con una decina di coltellate e prima di andare in caserma a raccontare quello che era successo, si è lavato e cambiato, ha portato i figli dai nonni e infine ha preparato la valigia, per poi presentarsi ai carabinieri poco prima delle 13, diverse ore dopo il delitto. L'ipotesi, sostenuta dal giudice e della procura, sarebbe quella di un gesto premeditato e volontario e non un raptus come ha sempre affermato Baglione.

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