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Madre scopre chat erotiche su telefono della figlia adolescente: 6 indagati per pornografia minorile

Un’indagine partita dalla denuncia di una donna, che aveva trovato sul telefono della figlia adolescente chat dal contenuto erotico, ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di sei persone per detenzione e divulgazione di pornografia minorile. Nell’inchiesta sono coinvolti anche alcuni minorenni.
A cura di Simone Gorla
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Sei persone sono indagate per detenzione e divulgazione di pornografia minorile, in un'indagine della Procura di Messina partita dalla denuncia di una donna che aveva trovato sul telefono della figlia alcune chat dal contenuto erotico, con anche immagini e video di minori nudi e in pose sensuali.

La donna ha consegnato spontaneamente lo smartphone della ragazzina alla polizia postale, che ha acquisito il contenuto del device e, in particolare, le comunicazioni WhatsApp. Dalla segnalazione è scattata l'indagine contro la pedopornografia on-line, coordinata dai magistrati messinesi e condotta dalla polizia postale di Catania e Messina, sotto la direzione del Centro Nazionale Contrasto Pedo Pornografia on-line (CNCPO) del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni.

La polizia ha reso noto che, oltre ai sei indagati, sono stati identificati e segnalati alla procura dei minori alcuni ragazzi che erano in possesso di immagini di pornografia minorile. Le province in cui sono avvenute le perquisizioni sono quelle di Messina, Catania, Palermo, Milano, Napoli e Teramo. Sono ancora in corso, gli approfondimenti degli inquirenti per ricostruire come l'adescamento dei minorenni funzionasse e capire in che modo le foto e i video erotici siano stati diffusi online.

Nel mese di luglio la polizia postale aveva sgominato una rete di pedofili italiani che usavano una piattaforma di messaggistica per scambiarsi materiale pedopornografico. Le immagini venivano realizzate anche da adolescenti e vendute online con un ‘listino prezzi' per ogni prestazione richiesta. Anche in quel caso l'inchiesta era scattata in seguito alla segnalazione dei genitori insospettiti dall'intenso utilizzo di alcuni social network della figlia adolescente. Dalle verifiche era emerso un sistema consolidato di vendita online di immagini e video pedopornografici e pornografici, autoprodotti da adolescenti minorenni e maggiorenni

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