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Pedopornografia: sgominata rete di pedofili in 12 regioni, vendevano video di sesso tra bambini

La polizia postale ha sgominato una rete di pedofili italiani che su una nota piattaforma di messaggistica scambiavano materiale pedopornografico. Le immagini venivano realizzate anche da adolescenti e vendute online con un ‘listino prezzi’ per ogni prestazione richiesta.
A cura di Davide Falcioni
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È stata sgominata dalla polizia postale una rete di pedofili italiani che su una nota piattaforma di messaggistica scambiavano materiale pedopornografico. Le immagini venivano realizzate anche da adolescenti e vendute online con un ‘listino prezzi' per ogni prestazione richiesta. Più di 100 investigatori del centro nazionale di protezione dei minori del servizio polizia postale di Roma e della polizia postale e delle comunicazioni di Bari e Foggia, hanno eseguito perquisizioni personali, informatiche e sequestri in 12 regioni e 17 province volte al contrasto della pedopornografia online, con il coordinamento delle Procure della Repubblica presso il Tribunale e per i Minorenni di Bari.

L'inchiesta, chiarisce una nota, è scattata in seguito a una segnalazione di due genitori insospettiti dall'intenso utilizzo di alcuni social network della figlia adolescente, ed ha portato all'emersione di un autentico sistema consolidato di vendita online di immagini e video pedopornografici e pornografici autoprodotti da adolescenti e maggiorenni ed inviati in cambio di pagamenti su conti online. Gli accordi avvenivano attraverso chat private sulla scorta di un ‘listino prezzi' pubblicato online che prevedeva oltre che l'invio di immagini e video già prodotti, anche sex chat e video chat dal vivo.

Ancora online la chat degli orrori denunciata da Fanpage.it con 53mila iscritti

Continua invece ad essere ancora perfettamente funzionante e attivo il gruppo Telegram denunciato ieri da un'inchiesta di Fanpage.it: nella chat, composta da più di 53mila iscritti, si scambiano ogni giorno decine di migliaia di messaggi, molti dei quali con richieste di materiale pedopornografico e immagini e video di ex fidanzate (revenge porn). Non mancano neppure incitazioni ai femminicidi e richieste di filmati di stupri veri.

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