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Covid 19

Lockdown e regole brutali: come funziona la strategia cinese “zero Covid” per bloccare Omicron

Nell’imminenza delle olimpiadi invernali di Pechino e del capodanno, la Cina è rimasta l’unico Paese a perseguire la strategia zero Covid: ecco come funziona.
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Donne che devono partorire lasciate fuori dagli ospedali in mezzo a pozze del loro sangue, giovani testati positivi asintomatici al Covid rinchiusi in ospedale senza dar loro indicazioni su quando potranno uscire. Lockdown durissimi per milioni di persone in città, con numerose segnalazioni di carenza di cibo tanto che qualcuno racconta diaver barattato la sua console Nintendo per qualcosa da mettere sotto i denti. Sono le cartoline che arrivano dalla Cina, l’unico Paese al mondo che ancora sta perseguendo una strategia zero Covid, volta a evitare che vi siano nuovi contagi anziché convivere con l’infezione come stanno facendo tutti i Paesi occidentali.

Il motivo di tanta durezza è l’imminenza dei Giochi Olimpici Invernali di Pechino e delle celebrazioni per il capodanno cinese, che due anni fa diffusero il cosiddetto virus di Wuhan in tutto il Paese. Per questo motivo, le autorità stanno spingendo la loro strategia zero-covid con ulteriori rigide restrizioni. Qualche esempio: la città di Xuchang, nella provincia dell’Henan, ha limitato al minimo la libertà di movimento dei cittadini e ha ordinato test di massa per gli oltre quattro milioni di abitanti. Il distretto di Gushi, con una popolazione di un milione di abitanti, è stato chiuso a ogni contatto dall’esterno dopo due soli contagi segnalati, di cui solo uno sintomatico. Nelle città di Hebi e Kaifeng le strutture culturali e di intrattenimento sono state chiuse anche senza prove di un nuovo contagio.

Racconti di politiche brutali contro il contagio provengono tuttavia da ogni parte della Cina. Come quello di Darryl Chan, giovane abitante di Hong Kong che a seguito di un test in aeroporto ha scoperto di essere positivo al Covid-19, benché asintomatico: da quel giorno – ha raccontato alla Cnn – è chiuso a letto in un ospedale senza sapere quando uscirà. A Hong Kong si può avere parziale accesso da altre parti della Cina, ma non dall’estero: chiunque riesca ad atterrare nell’ex protettorato inglese deve sottostare a 21 giorni di quarantena, anche se è completamente vaccinato.

Situazioni ancora più brutali arrivano da Weibo, il social network cinese, dove è diventato virale il video di una donna incinta e in pieno travaglio che non è stata ammessa in ospedale il 31 dicembre del 2021 perché priva di un test valido che certificasse non fosse positiva al Covid-19 e che, tornata nel medesimo ospedale il 3 gennaio successivo, ha dovuto attendere per due ore in una pozza del suo stesso sangue, prima di essere ammessa.

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