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Aggiornamenti sul caso Emanuela Orlandi

Lo strazio della mamma di Emanuela Orlandi: “Vorrei solo un corpo su cui piangere”

La mamma di Emanuela Orlandi dopo il rinvenimento di ossa nella Nunziatura apostolica: “Ormai è troppo tardi, dovevano cercarla dall’inizio”. Tra una decina di giorni i risultati degli esami sui resti, tra cui il test del Dna.
A cura di Biagio Chiariello
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"Ho pensato al fatto che c’è gente che ha fatto una cosa bruttissima a tutti noi. Emanuela da quel giorno non la abbiamo più vista. In questi anni siamo stati sostenuti da una grande fede. Spero che un giorno si possa far tornare il suo corpo a casa. Spero che chi sa qualcosa ascolti, ci aiuti”. Maria Pezzano Orlandi ha perso sua figlia 35 anni fa, ma il suo è un dolore che si ravviva ogni volta che si torna a parlare del caso Orlandi. L’ultimo aggiornamento riguarda il rinvenimento di ossa (su cui sono in corso accertamenti) durante lavori di ristrutturazione di una dependance della Nunziatura apostolica a Roma, un palazzo di proprietà del Vaticano. I resti potrebbero appartenere a una ragazza morta tra 20 e 30 anni fa.

La signora Orlandi è stata intervistata dai colleghi de Il Messaggero: Riesce davvero a perdonare chi le ha portato via sua figlia? "Sì – risponde -. Si può perdonare chi ti ha fatto tanto male. Persino queste persone malvagie che hanno distrutto la felicità di una famiglia serena e noi eravamo una famiglia serena; forse queste persone avranno una coscienza e sicuramente sarà Dio a giudicarle e castigarle. Mi ripeto spesso: sia fatta la volontà di Dio, e con questa forza si deve andare avanti". "Quanto dolore – aggiunge – quando era in vita mio marito, Ercole, era lui che ci dava la forza, ci sosteneva con coraggio, offrendoci una spalla forte. Ora restiamo io e i miei figli e andiamo avanti con la fede". La signora Orlandi parla anche al Corriere della Sera, non si dà pace: "Cercano, cercano, ma cosa cercano adesso? Adesso è tardi. Dovevano cercare dall'inizio, dal giorno in cui Emanuela non tornò più a casa, qui da me".

Sulla Stampa, il fratello della ragazza scomparsa 35 anni fa, Pietro, si chiede: "Ma perché alla scoperta delle ossa si è parlato subito di un collegamento con la scomparsa di Emanuela?". E su QN aggiunge "mi piacerebbe dirlo" che si è a una svolta, "ma dopo tante docce fredde resto prudente. Troppe disillusioni. Certo, ogni novità la reputo importante. Sono determinato a fare di tutto perché la verità emerga e fiducioso che un giorno emergerà. Ma resto prudente. Fino a che non trovano un corpo e lo identificano con chiarezza, io Emanuela voglio cercarla viva".

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