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Livorno, 25enne fugge dalla polizia e muore annegato nel fiume

Fares aveva 25 anni ed è morto annegato nel fiume dopo aver cercato di scappare da un controllo della polizia. Non è ancora stata chiarita la dinamica dei fatti, ma secondo le prime indiscrezioni il ragazzo sarebbe caduto in acqua e non ne è più uscito. Gli amici chiedono giustizia e lamentano violenze da parte degli agenti durante i controlli.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Fares aveva 25 anni ed era nato in Tunisia. Abitava però da tempo a Livorno. La stazione San Marco in via delle Cateratte era diventata la sua casa, in attesa di avere il lavoro che gli era stato promesso. Nella notte tra il 24 e il 25 aprile il suo corpo è stato ritrovato dai Vigili del Fuoco a quattro metri di profondità nel Fosso Reale. Intorno alle 23.30 una pattuglia di polizia avrebbe provato a fermare il 25enne proprio nei pressi della stazione dove viveva, poi il vuoto sulla dinamica dei fatti che lo ha portato alla morte. Ancora non è chiaro come il giovane sia finito in acqua. I militari hanno provato a cercarlo senza calarsi nel fiume, usando delle torce. Non riuscendo ad individuare il giovane, hanno chiamato i soccorsi.

Il giorno successivo, gli amici di Fares si sono ritrovati sul Fosso Reale per cercare il ragazzo scomparso. Sono state affisse le sue foto e le sue generalità, ma nulla da fare. Alla fine, il suo cadavere è stato ritrovato in acqua e quello è diventato un luogo di ricordo. "Stop alla violenza e al silenzio" recitano alcuni striscioni appesi per lui. Sul muretto la scritta "Giustizia per Fares" e "Basta razzismo". Gli amici raccontano episodi di violenza durante i controlli della polizia. Uno di loro sostiene di essere stato gettato in acqua, proprio in quel punto, dagli agenti nel 2013. In Piazza della Repubblica, lì dove i giovani si sono raccolti per chiedere giustizia, vi erano due camionette della polizia e numerosi agenti.

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Secondo quanto racconta un amico, Fares aveva il permesso di soggiorno da sei mesi. "Tra poco avrebbe avuto un lavoro – spiega – e non aveva addosso droga o altro. Se scappava è perché abbiamo sempre paura dei controlli, anche se non abbiamo fatto niente. Paura di essere rimpatriati dopo tutto quello che abbiamo passato per arrivare qua. Il nostro avvocato ha chiesto le immagini delle telecamere della zona per verificare cos'è successo".

Nella giornata di oggi gli amici di Fares hanno organizzato un piccolo corteo nei pressi della questura, aggirando i blocchi della polizia. In piazza anche tanti residenti solidali e membri di altre minoranze etniche del territorio. Una delegazione è stata ricevuta dal questore che, secondo i presenti, avrebbe invitato tutti ad affidarsi al lavoro della magistratura. La procura di Livorno ha aperto un fascicolo sul caso.

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