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“Licenziato perché non consegnavo 150 pacchi Amazon in 6 ore”, la denuncia di un corriere

Il trentenne Valter De Cillis, che è anche sindacalista Usb, ha impugnato il provvedimento di licenziamento e denunciato pubblicamente i fatti. Amazon e l’azienda logistica che lavora in appalto replicano: “Da lui comportamenti scorretti, abbiamo codice di condotta”.
A cura di Antonio Palma
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“Mi hanno licenziato perché dovevo consegnare 150 pacchi Amazon in 6 ore e a volte non ci riuscivo”, è la denuncia di un corriere toscano, Valter De Cillis, ormai ex dipendente di una ditta di logistica che lavora in appalto con il colosso delle vendite online in provincia di Pisa. Il trentenne, che è anche sindacalista Usb, ha impugnato il provvedimento di licenziamento e denunciato pubblicamente i fatti.

Il licenziamento del corriere è arrivato al culmine di una serie di contestazioni disciplinari, oltre trenta in circa due anni, a cui si sono aggiunti più di 40 giorni di sospensione dal lavoro. Per l’azienda Levante Logistica, infatti, l’uomo non avrebbe rispettato i suoi obblighi di lavoro e parla di comportamenti scorretti. Formalmente il dipendente è stato licenziato dopo 4 anni di lavoro per non aver raggiunto gli standard produttivi richiesti.

"Ho sempre messo il massimo della diligenza e dell'impegno, ma in diverse occasioni mi è stato esplicitamente contestato di aver riportato dei colli indietro” sostiene invece il dipendente che ha raccontato la sua storia all'edizione locale de Il Tirreno. Valter De Cillis parla di “carichi esagerati di lavoro e una filiera in cui un dipendente a contratto a tempo, di fatto, è trattato come un lavoratore a cottimo".

Non solo, secondo il lavoratore dietro l'allontanamento dall'azienda, ci sarebbero anche motivazioni legate all'attività sindacale. “Il licenziamento di una RSA è un atto grave che pesa nel rapporto tra azienda e organizzazione sindacale, ma che ci parla anche di democrazia e diritti: in questo senso le modalità con cui l’azienda ha deciso e proceduto al licenziamento di Valter meritano una particolare attenzione” scrivono dal sindacato che ha lanciato anche una campagna per Valter. Con il corriere si è schierato anche Chris Smalls, il fondatore del Labour Amazon Union, primo sindacato americano per i lavoratori del colosso tecnologico.

Amazon: "Abbiamo codice di condotta per servizi di consegna"

Amazon rigetta però le contestazioni e in una nota spiega: “Abbiamo definito standard elevati e un codice di condotta che i nostri fornitori di servizi di consegna devono rispettare per poter lavorare con noi. Il nostro codice di condotta è volto ad assicurare che gli autisti lavorino in un contesto sicuro e abbiano compensi e orari di lavoro adeguati. Lavoriamo a stretto contatto con i nostri fornitori per definire insieme obiettivi realistici, che non mettano pressione su di loro o sui loro dipendenti. Collaboriamo con decine di fornitori di servizi di consegna, che forniscono opportunità lavorative a migliaia di persone che si occupano di consegnare gli ordini ai nostri clienti in Italia".

L'azienda: "Comportamenti scorretti del lavoratore"

Una dichiarazione di Levante Logistica, pervenuta tramite Assoespressi recita invece che “Tutti i nostri dipendenti sono liberi di aderire o meno a un sindacato. I motivi per cui Valter De Cillis è stato licenziato sono legati a comportamenti scorretti, che sono stati gestiti nel pieno rispetto delle procedure previste dal contratto collettivo nazionale”.

"Non ci risulta che, in caso gli autisti riportino indietro dei pacchi non consegnati, i fornitori di servizi di consegna emettano automaticamente un provvedimento disciplinare. Il procedimento disciplinare è regolato dal contratto collettivo nazionale e prevede di riscontrare comportamenti scorretti con specifiche evidenze a sostegno. I dipendenti possono presentare giustificazioni ed essere assistiti dai rappresentanti sindacali" aggiungono da Amazon.

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