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L’Aquila, va a fumare dal vicino per non farsi vedere dai genitori: lui la violenta per 5 anni

M.A, disoccupato dell’Aquila, è stato condannato a 11 anni di carcere per violenza sessuale, estorsione, stalking e detenzione di materiale pedopornografico. In cinque anni è stato l’incubo di una ragazzina di 13 anni: sarebbe stata l’ingenuità di quest’ultima, rifugiatasi a casa dell’uomo, suo vicino di casa, per fumare lontano dai genitori, a farla piombare nell’incubo durato tanti anni…
A cura di Biagio Chiariello
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Non poteva certo immaginare che la decisione di trovare rifugio dal vicino di casa per fumare di nascosto dai genitori si sarebbe trasformata in un inferno. Aveva solo 13 anni quando è finita in un vortice di violenze sessuali e ricatti durato circa 5 anni. Ora si è concluso il processo nei confronti del suo aguzzino, M.A. di 54 anni, disoccupato dell’Aquila: violenza sessuale, estorsione, stalking e detenzione di materiale pedopornografico per i quali ieri è stato condannato alla pena di 11 anni di reclusione e al pagamento di una multa quantificata in 27 mila e 500 euro. A riportarlo è il Messaggero.

Come ricostruito nel corso del procedimento penale sarebbe stata indirettamente l’ingenuità della minore (assistita dall’avvocato Simona Giannangeli) rifugiatasi a casa di M.A., suo vicino di casa, per fumare lontano dai genitori, a farla piombare nell'incubo durato così tanti anni. Inizialmente l'uomo si sarebbe limitato a lusinghe e regalini nei confronti della giovane. Poi a distanza di qualche settimana sarebbe arriva la richiesta di prestazioni sessuali, pagate 20 euro.

È stata la conoscenza con un'altra ragazza a dare la forza alla giovanissima, nel frattempo diventata maggiorenne, di uscire dall'incubo. Una conoscenza trasformatasi presto in amore che l'ha portata a chiudere ogni tipo di ogni rapporto con il vicino di casa. L'uomo però non si sarebbe dato per vinto; ha continuato a raggiungere la ragazza più volte al giorno sul luogo di lavoro finendo per picchiarla e minacciarla anche coi video realizzati durante i rapporti: "Li mostro alle tue amiche se non continui a fare sesso con me". La giovane sarebbe stata dunque costretta ad accontentare le voglie dell’indagato per quattro pomeriggi la settimana. Una situazione grave che l’ha portata appunto a rivolgersi ai carabinieri che hanno anche rinvenuto nel corso delle indagini preliminari sul cellulare del 54enne le immagini a carattere pedopornografico che lo ritraggono durante i rapporti sessuali con la minorenne.

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