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L’annuncio del farmacologo Garattini: “Vaccino sarà pronto per la fine dell’anno”

Secondo il farmacologo Silvio Garattini un vaccino potrebbe essere pronto già per la fine dell’anno: “C’è un rapporto che dice che ci sono 42 vaccini allo studio. I tempi sono ragionevoli, probabilmente per la fine dell’anno. Alcuni hanno già avviato la sperimentazione animale”, afferma a Radio Capital.
A cura di Stefano Rizzuti
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Silvio Garattini, farmacologo e presidente dell’istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, ritiene che entro la fine dell’anno potremmo avere un vaccino contro il Coronavirus: “C’è un rapporto che dice che ci sono 42 vaccini allo studio. I tempi sono ragionevoli, probabilmente per la fine dell'anno. Alcuni hanno già avviato la sperimentazione animale”, afferma durante la trasmissione Circo Massimo su Radio Capital. Il parere di Garattini è che ora “bisogna prepararsi: se il vaccino arriva prima in un paese x, non arriverà subito nel paese y. Serve un centro europeo che, quando un vaccino sarà pronto, possa fare in modo di trasferirlo per la produzione in altri paesi”.

Già negli scorsi giorni era emersa la possibilità che un vaccino fosse pronto prima del previsto. A evidenziarlo erano stati i ricercatori dell’università di Pittsburgh, coordinati dall’italiano Andrea Gambotto e da Loiuis Falo. I primi test effettuati sui topi di un vaccino-cerotto hanno dato risultati positivi. I topi vaccinati hanno prodotto anticorpi specifici contro il virus.

Oltre alla questione vaccini, c’è anche quella sanitaria su cui si sofferma Garattini ai microfoni di Radio Capital: “Il dato più significativo è quello della diminuzione dei ricoveri, vuol dire che globalmente dovrebbe essere diminuito il contagio. E questa è una buona notizia”. Ma non è sufficiente, è ancora presto per essere ottimisti e non bisogna abbassare la guardia: “Non possiamo continuare a  rimanere in casa perché ci sarà la seconda ondata. Si sta lavorando a soluzioni, una è quella di individuare chi ha sviluppato anticorpi, persone che, con le dovute precauzioni, potrebbero tornare a lavorare”.

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